LA BATTAGLIA DELLA CONSULTA DEI PENSIONATI: PARLA FILIPPO DE JORIO
A ottobre la Corte costituzionale si occuperà delle pensioni d'annata
Ne parliamo con Filippo de Jorio uno dei più accreditati difensori della causa dei pensionati sia in sede professionale che politica (è stato anche rappresentante a Bruxelles) nonché coordinatore della Consulta dei Pensionati. Quale la situazione dei pensionati? Particolare interesse assumono in questi giorni i problemi legati alla previdenza e alle pensioni poiché la legge delega su questa materia deve trovare il suo sbocco naturale nei decreti delegati. Oggi bisogna guardare realisticamente alla questione delle cosiddette pensioni di anzianità in un quadro complessivo che tenga conto di tutti gli elementi del problema. Secondo il sistema che vige attualmente, tutti i trattamenti di quiescenza sono destinati a diventare «d'annata» il che significa che, man mano che il pensionato si allontana dal momento in cui ha cessato di lavorare, la sua pensione mensile diventa sempre più esigua in termini di potere d'acquisto e di «lira reale» perché non esiste un efficace strumento di protezione del valore delle pensioni in quanto l'unica perequazione prevista dalla riforma Dini) è quella parziale legata ai calcoli dell'Istat troppo spesso inattendibili! Quindi la prima cosa da fare per risanare il settore delle pensioni è stabilire un raccordo percentuale fisso tra queste e le retribuzioni dei lavoratori in servizio. Così come era stato raccomandato sugli emendamenti da noi presentati alla legge finanziaria e successivamente trasformati in ordine del giorno Biondi-Costa approvato all'unanimità dalla Camera dei Deputati e accettato dal Governo. Cosa chiedono i pensionati alla Corte Costituzionale? La flessione dei consumi, la riduzione della domanda interna e il cospicuo calo della crescita economica in Italia dipendono anche da fattori endogeni e principalmente dal fatto che 18 milioni di famiglie di ceti medi, per gran parte pensionati dal 1992, non ha visto alcun serio aumento dei suoi redditi da lavoro o da pensione. Ciò, a fronte di un aumento del costo della vita veramente importante in molti comparti che influiscono in maniera determinante sul tenore di vita della gente. Perciò è veramente urgente che la Corte Costituzionale decida sulla questione delle pensioni d'annata che, per la terza volta, le è stata rimessa dalla IIª Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti. Si tratta di risposte urgenti perché legate alla applicazione degli art. 3,36 e 38 della Costituzione. In sostanza bisogna rimuovere una situazione di grave legittimità che si concreta nel fatto che, a parità di contribuzione, di grado, di funzione, etc. un pensionato più anziano, i cui bisogni sono quindi maggiori, riscuota come stipendio differito o pensione un trattamento spesso molto inferiore a un pensionato più giovane, i cui bisogni sono minori! (caso Feliciani). Ora il caso è stato infine fissato per il 15 ottobre. Confidiamo che questa volta il Collegio costituzionale voglia rispondere alle pressanti e ripetute richieste di giustizia che i pensionati hanno avanzato per il tramite della Corte dei Conti, IIª Sezione Giurisdizionale Centrale.