Bufera nella Cdl, affonda la cabina di Fini
La famosa cabina di regia, che avrebbe dovuto dare ad An il coordinamento della politica economica del governo, muore prima di nascere. Con una telefonata ieri mattina il segretario dello scudocrociato Follini avverte Fini che rinuncia a partecipare all'organismo. Poi, mentre Fini fa sapere che non ci sono più le condizioni per la «cabina», anche la Lega si sfila facendo sapere, per bocca del capogruppo alla Camera Cè, che prima bisogna fare la verifica (che per il Carroccio quindi è ancora aperta) e che tutti i leader devono firmare un accordo scritto. Nel frattempo, i parlamentari leghisti fanno il diavolo a quattro alla Camera, mettendo in piedi un ostruzionismo ad oltranza, terminato solo intorno alle 21 di ieri sera, contro l'«indultino». L'Ulivo, a questo punto, dice che la maggioranza è in crisi, che il governo è in agonia, che Berlusconi deve riferire in Parlamento. E il premier, annuncia il capogruppo di FI alla Camera Elio Vito, «verrà in aula ma non potrete lamentarvi - avverte - delle sue parole». E polemicamente ricorda che Berlusconi «è venuto due settimane fa in questa aula ed è stato criticato perché ha parlato della situazione della maggioranza nell'ambito del suo intervento sul semestre di presidenza italiana dell'Ue. La verità è che i danni li ha fatti il centrosinistra: quattro governi in una legislatura. E - aggiunge - sui ritardi nella presentazione del Dpef, guardate ai vostri». Il premier, intanto, rientrando a Roma dal viaggio a Positano, appena messo piede all'aeroporto di Ciampino, dice: «Ho lasciato che oggi i ragazzi si sfogassero un pò». E aggiunge: «Adesso andiamo a vedere...». Ieri sera, quindi, riceve il il portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, che entrando a Palazzo Grazioli dichiara: «Vengo a riferire quanto è accaduto oggi alla Camera». Poco prima, Bondi ha dichiarato: «Tra gli alleati della Cdl non c'è nessun problema, è necessario recuperare responsabilità e consapevolezza dell'appartenenza comune a un progetto di cambiamento». E ancora: «Tutto sarà risolto. Deciderà Berlusconi, il premier saprà trovare la soluzione. Come sempre». Quanto a una possibile crisi, «è una parola che non va neppure evocata», dice Bondi. Quanto a Fini, dopo l'annuncio che non c'erano le condizioni minimali per la cabina di regia, non ha rilasciato dichiarazioni. A parlare ci ha pensato il portavoce di An, Mario Landolfi. Non si parla di crisi di governo, dichiara, ma «non si può minimizzare quello che è accaduto. E mi riferisco in particolare al fatto che c'è un partito, la Lega, che approvato il documento della verifica voluta da An e 24 ore dopo ha cambiato idea». Fini peraltro ieri ha parlato, per telefono o di persona, con i principali esponenti di An oltre che con Casini e Follini, con i quali ci sarebbe «piena sintonia». Al punto che è ritornata a circolare l'ipotesi che, finita la «tregua armata» del semestre europeo, si arrivi a fare un rimpasto molto consistente, comprendente anche le presidenze delle commissioni parlamentari, al punto da configurare una sorta di Berlusconi-ter.