Pensioni, la Lega minaccia di fare un '94

Fuga in avanti della Lega sulla riforma della giustizia. Lega che si chiude a riccio sulla riforma Maroni delle pensioni e ventila una situazione tipo 1994, cioè un ribaltone. La verifica non è affatto conclusa per Bossi e i suoi, e il riassetto della previdenza è in primo piano. La posizione del Carroccio è: va bene il testo del ministro del Welfare, non si deve parlare di disincentivi, non si devono togliere i soldi dalle tasche della gente. Un punto di vista che piace al leader della Cgil, Epifani, che ne vede rafforzata la linea del sindacato e chiede che a questo punto il governo esca allo scoperto. Quanto alla Cisl, il segretario generale Pezzotta tiene duro: «L'attuale sistema pensionistico - dice - non ha bisogno di alcun intervento strutturale» e ricorda che i sindacati hanno detto unitariamente che non vanno bene la decontribuzione, né l'obbligo di conferire il tfr nei fondi pensione. E i due ministri in prima linea, Maroni e Tremonti? Ieri erano a Bruxelles entrambi e si sono tenuti sui principi generali, ma dicendo cose che vanno in direzioni opposte. Maroni ha fatto sapere che proporrà «la possibilità di lanciare una strategia europea per il welfare e in particolare per la previdenza sottolineando l'importanza dell'aspetto sociale accanto a quello finanziario». Tremonti ha detto, più o meno, il contrario: «Un sistema previdenziale stabile è la base della stabilità dei sistemi finanziari» e la materia pensioni «non è più solo un soggetto del Consiglio sociale, ma anche economico: l'abbiamo identificata come una delle basi della stabilità dei sistemi finanziari». Un po' più nel merito, Tremonti ha anche detto: «La coppia incentivi/disincentivi per quanto concerne la riforma delle pensioni è già nel moderno accettato nella Ue», chiarendo però che «si tratta di un meccanismo volontario sia per gli incentivi che per i disincentivi, e sono basati su scelte individuali». Dall'Udc, ieri c'è stato una sorta di tiro di sbarramento. Il vicesegretario Sergio D'Antoni ha detto che «la priorità dell'Italia non è la riforma delle pensioni, ma la ripresa dello sviluppo, a partire dalle aree deboli del paese». E il capogruppo alla Camera Luca Volonté ha dichiarato: «Si può completare la riforma Dini e si può migliorare, come dicono le parti sociali, la delega Maroni». L'opposizione, ovviamente, aspetta solo la mossa sbagliata del governo. Il presidente dei deputati del Pdci, Marco Rizzo, dice: «Chiederemo al vertice dell'Ulivo di avviare una grande mobilitazione contro l'offensiva sulle pensioni decisa dal governo». Commenta Bonazzi, leader del sindacato Usae: «Sulle pensioni il Governo sta entrando in un campo minato».