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Annunziata a casa, no ai supercontratti

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Sono queste alcune delle novità maggiori che chiedono di introdurre i senatori dell'Udc guidati da Antonio Iervolino e Maurizio Eufemi. Discorso invece per un emendamento del relatore che è anche il presidente della commissione Lavori Pubblici, Luigi Grillo (Forza Italia) su Autorità e digitale terrestre. Cda a casa. L'attuale Cda resterebbe in carica «entro e non oltre il 28 febbraio 2004». In realtà nel testo era stato fissato come termine ultimo fine aprile, ma all'ultimo momento la data è stata cancellata a penna ed è stata inserita la nuova. «Ciò che è importante è che la campagna elettorale Europee si possa svolgere con un nuovo consiglio di amministrazione», dice Iervolino. È una posizione in contrasto con quanto annunciato da Grillo: il Cda poteva restare in carica anche dopo l'approvazione delle legge. Stop ai supercontratti. «Le tv pubbliche e private non possono fare contratti superiori a 260mila euro. Dovrebbe favorire, nelle intenzioni, le piccole emittenti o comunque le tv locali. Tocca all'Antitrust. Viene dato un nuovo potere alle due autorità (concorrenza e Comunicazioni): «Stabilire il limite massimo della raccolta di pubblicità per concessionarie appartenenti direttamente o indirettamente ad un medesimo operatore del settore delle comunicazioni». Niente televendite. Si prevede il divieto, dopo tre mesi dall'entrata in vigore della legge, per le tv nazionali di trasmettere «televendite e/o spot di televendite di qualsiasi durata». Pornografia, no grazie. Un altro emendamento prevede il divieto assoluto di mandare in onda trasmissioni violente o pornografiche, in qualunque orario e anche sulle tv criptate. «Ormai con i videoregistratori - spiega Eufemi - queste trasmissioni vengono duplicate e possono essere viste anche in orari normali dai bambini e dagli adolescenti». Digitale terrestre. È l'emendamento del relatore, dunque ci dovrebbe essere accordo nella maggioranza. Il testo raccoglie l'indicazioni della Corte costituzionale. Spiega Grillo: «Entro la fine del 2003 la Rai dovrà aver dato vita a due reti digitali che coprano almeno il 50% del territorio nazionale; nel 2004 l'Authority dovrà effettuare la verifica dello sviluppo del digitale a livello di diffusione delle reti, di programmi nuovi diffusi e veicolati, di decoder effettivamente accessibili; nel 2005 tutti coloro che poi vogliono trasmettere in analogico dovranno essere pronti anche per il digitale». F. D. O.

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