La Cdl non avrebbe la maggioranza senza nuove alleanze
DE avrebbe visto entrare, senza sbarramento, alla Camera 15 deputati. Con il partito dell'ex sindacalista, la Cdl avrebbe eletto ben 326 deputati, una decina in più della maggioranza necessaria: 316. Per l'Ulivo la consultazione sarebbe stata un disastro perché avrebbe raccolto il 35%, senza Rifondazione comunista e Democrazia europea, ed eletto ben 220 deputati. In tutti e due i casi per conquistare il diritto a formare un governo si sarebbe dovuto far ricorso al altre allenze diverse da quelle con le quali le forze oggi alleate si erano presentate agli elettori. Il compito sarebbe stato più semplice per la Cdl che non per l'Ulivo, ma ci sarebbe stata molta confusione. La composizione dei gruppi parlamentari oggi sarebbe diversa rispetto alla consistenza all'inizio della legislatura. Alleanza nazionale avrebbe eletti alla Camera 75 deputati, mentre oggi ne ha 99. Forza italia vedrebbe nel suo gruppo 185 deputati, mentre all'inizio della legislatura ne aveva 178. La Lega Nord avrebbe eletti 24 deputati, mentre oggi ne ha 30 eletti solo con il maggioritario. Il Nuovo Psi raddoppierebbe la propria consistenza con 6 deputati, mentre oggi ne ha 3. L'Udc conterebbe su 20 deputati, contro i 39 di oggi eletti con il maggioritario. Nell'Ulivo i Ds riuscirebbero a portare alla Camera 104 deputati, contro i 137 raccolti del maggio del 2001. La Margherita ne avrebbe 11 di più rispetto agli 80 odierni. Il Girasole (Sdi e Verdi), che ha eletto 17 deputati nel maggioritario, avrebbe già portato a Montecitorio 14 deputati con i resti. Mentre i Comunisti italiani avrebbero una componente con 10 membri alla Camera. Chi ci guadagnerebbe di più dalla svolta proporzionalista sarebbe Rifondazione comunista, che vedrebbe eletti quasi il triplo dei parlamentari. Oggi ne ha 11, con il proprozionale puro ne avrebbe ben 31. Ci sarebbe una nutrita rappresentanza anche per la Lista Bonino (12 deputati) e una piccola per la Fiamma Tricolore (3 deputati con i resti).