Frattini: «Una strategia di sicurezza contro il terrorismo»
È necessario rafforzare la cooperazione con i Paesi limitrofi, creando la Banca per il Mediterraneo
Davanti a un'aula quasi al completo, Frattini ha potuto esporre senza incidenti le linee guida del programma semestrale italiano per la politica estera e la difesa comunitaria, suscitando la discreta approvazione dell'aula. Unico momento polemico, subito chiuso, una battuta di un eurodeputato olandese che ha detto: «Lei, signor ministro, è un uomo fortunato, mai si era visto tanto interesse per un avvio di semestre». Ma la cosa è finita lì. Frattini ha articolato il proprio discorso, durato poco più di mezz'ora, toccando i temi prioritari dell'agenda italiana: dopo un rapido richiamo al tema delle riforme istituzionali, elaborate dalla Convenzione, che rappresenta «assai più di un compromesso e un'ottima base per la conferenza intergovernativa» di ottobre, il ministro si è soffermato sulle luci ed ombre della politica internazionale e sulle «minacce» cui l'Unione europea dovrà far fronte tramite «una propria strategia di sicurezza». Ha parlato della lotta al terrorismo e alla proliferazione del nucleare, dell'urgenza di una stretta cooperazione con gli Usa, nel segno di un rilancio del rapporto euroatlantico. Frattini ha anche rilanciato la necessità di rafforzare la cooperazione con i Paesi mediterranei limitrofi e ha ribadito la prospettiva di creare una vera e propria Banca per il Mediterraneo. È tornato a parlare di allargamento ad est dell'Unione, proponendo di chiudere entro il 2004 i negoziati di adesione con Romania e Bulgaria, ma anche della necessita di «lavorare con la Turchia, incoraggiandola sulla strada delle riforme». L'esposizione del ministro è stata seguita da un dibattito molto tranquillo, con scarse punte polemiche, oltre a quella già citata. Il ministro ha risposto alle domande degli europarlamentari presenti in aula sui temi del rapporto con la Federazione russa ed Israele («lo stesso presidente del Consiglio ha chiarito che non vi è alcuna domanda di adesione»), della posizione rispetto all'Iran e dell'appoggio da fornire al presidente Putin nella lotta al terrorismo ceceno. «Ho riscontrato parole di apprezzamento - ha detto nella conferenza stampa seguita al dibattito - vi sono state qua e là parole di critica su questo o quel punto, ma nel complesso gli interventi hanno dato atto che la presidenza italiana ha un programma ambizioso e coraggioso». E ha concluso, tornando alla «sostanza»: «So benissimo che sei mesi sono pochi ma sarei contento se al termine di questo semestre avessimo un testo di trattato costituzionale, se si definisca un documento che dica dove può arrivare la difesa europea, se avessimo adeguate misure finanziarie e un piano per le grandi infrastrutture europee, se si potesse realizzare a Napoli la fondazione per il dialogo euromediterraneo». E le polemiche sulla vicenda Berlusconi-Schulz? «Questa presidenza - ha commentato Frattini - ha davanti a sè scadenze troppo importanti per mettere in secondo piano questioni sostanziali. La presidenza italiana vuol fare sul serio per dare un importante contributo all'Europa». Del resto, ha aggiunto, «il presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, ha avuto mandato dai capigruppo di prendere contatti con la presidenza italiana sulla vicenda di Strasburgo».