Università, soldi secondo i risultati
Ilministro dell'Istruzione e dell'Università e Ricerca, Letizia Moratti scrive ai Rettori e al Comitato nazionale di valutazione del Sistema universitario e indica i requisiti minimi per avviare un corso universitario. Dall'anno accademico 2005-2006 diventeranno indispensabili e, per i finanziamenti, si terrà conto dei risultati: quanti studenti lasciano dopo il primo anno, quanti si laureano, quanti conseguito il titolo trovano lavoro, e così via. Per le lauree specialistiche, già nel 2003-2004 nella sede devono esistere strutture di ricerca adeguate e devono esserci almeno 3 docenti di ruolo. La logica dell'operazione è realizzare per i giovani, e quindi per lo sviluppo del Paese, un'offerta formativa sempre più di qualità eliminando nel contempo ogni spreco. Negli ultimi anni, ha rilevato il ministro Moratti, c'è stato «un miglioramento di alcuni risultati, quali l'incremento del numero di laureati e la riduzione degli abbandoni degli studenti iscritti», ma «l'obiettivo primario di una maggiore qualità ed efficacia della didattica, e quindi del livello e dei tempi di apprendimento degli degli studenti del sistema universitario italiano, resta ancora una priorità assoluta». Questi quindi gli obiettivi: ridurre i tassi di abbandono; aumentare il numero di studenti attivi; ridurre i tempi per il conseguimento dei titoli di studio; rafforzare la coerenza tra formazione erogata e fabbisogni del mercato del lavoro; aumentare la mobilità nazionale ed internazionale degli studenti e dei docenti. È perciò necessario definire standard strutturali e di processo, con la definizione dei requisiti minimi ritenuti indispensabili per attivare un corso di livello universitario. Le Università dovranno potenziare le informazioni della Banca dati dell'offerta formativa tenendo conto che dall'anno accademico 2005-2006, non potranno più attivare corsi che non siano almeno in possesso dei requisiti minimi. Per ora, si è adottata «una griglia di parametri, sia strutturali (requisiti minimi) sia di risultato dei processi, che rappresentano le condizioni minime per fornire garanzie di qualità all'utenza» e si stanno attivando azioni di monitoraggio, che saranno accompagnate anche da idonee misure di incentivazione o disincentivazione, riferite in particolare al rapporto tra studenti iscritti e totale della docenza impegnata (di ruolo e a contratto). Nella prima farse di applicazione della nota ministeriale il numero massimo di studenti per corso va da 75 a 300, differenziati in relazione alla tipologia dei corsi.Nessun docente potrà essere impegnato in attività di didattica frontale, espletata nella facoltà di appartenenza o in altra, per più di 180 ore (la norma sarà 120 all'anno). Necessario inoltre almeno un tutor ogni 20 o 40 studenti iscritti, a seconda dei tipi di corsi. Per la ripartizione delle risorse finanziarie, il nuovo modello è in corso di definizione. Dal 2005-2006 terrà conto anche di risultati come la percentuale di abbandoni dopo il 1° anno di iscrizione, la percentuale di occupati ad un anno dal conseguimento del titolo, in relazione alla diversa tipologia delle lauree ed alla situazione di contesto. D. T.