Cinquemila famiglie di militari rischiano lo sfratto immediato
Gli immobili della Difesa sono in vendita con la "cartolarizzazione" e a prezzi di mercato. Buona parte dei nuclei familiari è però a basso reddito: la metà sono pensionati di una delle tre armi in questione - i carabinieri hanno un altro sistema di alloggi -. «Finiranno per strada. Se non si può pagare è previsto lo sfratto coatto» dice Sergio Boccioli, coordinatore di Casadiritto. Il comitato rappresenta a livello nazionale gli utenti degli alloggi militari e martedì scorso ha fatto partire una raccolta di firme - da presentare al presidente della Camera in vista della prossima Finanziaria - per impedire gli sfratti e per consentire agli ultra-65enni di acquistare l'usufrutto con una rata mensile equivalente all'affitto. La questione parte dai quasi 18.800 immobili militari (senza comprendere le 3.500 le abitazioni vuote perché la Difesa non ha un centesimo per la loro manutenzione): 46 "Asir", o alloggi di rappresentanza; 6.940 assegnati ai militari per gli incarichi ricoperti; 10.947 "Ast" assegnati secondo graduatorie per 8 anni - più basso il reddito della famiglia, più alto il punteggio -; 800 Asgc per responsabili di uffici e complessi. Fra il '90 e il '91 vengono consegnati 10.000 sfratti perché nessuno va via dagli appartamenti. Si pagano inoltre canoni irrisori (30/40.000 delle vecchie lire). Nel '93 il Governo Ciampi accoglie la proposta di Casadiritto (legge 537): anziché andare via, si paga un canone d'affitto vero e il ricavato viene utilizzato per la manutenzione e la costruzione di nuovi alloggi. La possibilità è per le famiglie di militari che nel Paese non hanno altre case e che non superano un reddito massimo fissato, anno per anno, dal ministro della Difesa: l'ultimo tetto è di quasi 35.400 euro lordi l'anno. Con legge successiva (Previti, ministro della Difesa) si concede di rimanere a chi ha un reddito superiore al limite, purché paghi un canone maggiorato del 50 per cento. «Adesso i proventi delle vendite saranno incamerati dal Tesoro - continua Boccioli - e la Difesa dovrà avere il pugno di ferro con gli inquilini superstiti, quelli ad incarico o che stanno in case all'interno di strutture militari, tipologie non toccate dal decreto».