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Sme, Castelli vuole il fascicolo che i pm di Milano nascondono

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Dopo la trasmissione della copia della relazione al pg di Milano, tra le iniziative che il magistrato potrebbe prendere c'è anche l'avocazione a sè del fascicolo in questione. La relazione è quella che gli ispettori hanno consegnato al termine dell'ispezione a Milano mirata all'acquisizione degli atti contenuti nel fascicolo 9520/95, il fascicolo investigativo dal quale sono nati i processi Imi-Sir/Lodo e Sme, e al centro di tante polemiche e battaglie sferrate nelle aule e fuori dalle aule di giustizia da Cesare Previti e dai suoi difensori. Alle richieste degli ispettori i magistrati di Milano hanno sempre opposto il segreto investigativo. L'inchiesta ispettiva era stata disposta dal ministero della giustizia alla fine di maggio, il 3 giugno era iniziata ufficialmente, mentre il 19 giugno la relazione finale era stata consegnata al ministro della giustizia. «Non ho idea di quale possa essere la ragione per cui il ministro Castelli ha inviato copia della relazione ministeriale sul fascicolo 9520 al procuratore generale di Milano, Mario Blandini», ha replicato Ferdinando Vitiello, Procuratore della Repubblica di Milano reggente, che non si è sbilanciato anche sulla possibilità di avocazione del fascicolo: «Sono deduzioni e illazioni, anche logiche - ha detto -. Però, visto che io non ho ricevuto nulla e pertanto non metto lingua nella vicenda, la cosa riguarda il pg di Milano». Vitiello ha concluso: «E una faccenda istituzionale. Staremo a vedere cosa accadrà. Noi saremo obbedienti a quello che ci verrà chiesto». Quella di ieri è dunque una nuova vicenda attorno a quel fascicolo. Era stato Arcibaldo Miller, nelle settimane scorse, in veste di ispettore straordinario inviato dal ministro della Giustizia a presentarsi alla Procura di Milano per prendere visione del fasciolo 9520/95, il contenitore delle indagini che hanno portato ai processi Lodo Mondadori-Imi Sir e Sme, ma che, sostiene la Procura, è ancora «attivo» e coperto dal segreto istruttorio perché, nonostante i due processi, è stato registrato contro ignoti. Ed è proprio opponendo il segreto istruttorio che i due magistrati titolari del fascicolo, Ilda Boccassini e Gherardo Colombo, hanno risposto ai quattro quesiti che il ministro aveva posto al suo ispettore straordinario, ma senza consegnarli alcun atto. La «partita» giocata nell'arco di pochi giorni, alla fine aveva scontentato tutti.

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