Santoro si allontana e Cattaneo si rafforza
Oggi infatti il giudice riceverà, dopo quella della Rai, la memoria di Santoro e quindi potrà prendere la sua decisione. È invece previsto il 9 l'incontro tra il magistrato e il servizio pubblico in cui la Rai fornirà la sua risposta alle «proposte» di Santoro. L'azienda non ha commentato ufficiale le pretese del conduttore di Sciuscià, ma per molti Santoro sembra essersi dato la famosa «zappa sui piedi», a meno che non faccia di tutto per chiudere la partita e volare altrove. Cattaneo infatti gli aveva chiesto tre progetti di programma e lui ha solo indicato delle collocazioni di palinsesto, già occupate da altri colleghi, senza aggiungere alcuna idea creativa. Poi, ha rifiutato l'ipotesi caldeggiata sia dal presidente Annunziata che dall'intero CdA, per non parlare della Vigilanza, di una conduzione con Giuliano Ferrara. Scelta che ancora una volta lo ha messo in cattiva luce (ha forse paura di Ferrara?). Non solo, ma la frase contenuta nella sua lettera, in cui afferma, in barba ai provvedimenti dell'Authority e ai richiami della Vigilanza, di volersi semplicemente «attenere alle regole dell'informazione al pari di ogni altro collega della Rai», potrebbe essere usata come prova a suo carico. Per non parlare delle pretese economico-organizzative (ultima quella di riprendersi Maria Cuffaro e Luisella Costamagna, già impegnate altrove). Insomma, Cattaneo non si farà mettere i piedi addosso da Michele chi? La guerra potrebbe anche essere lunga, ma SuperFlavio è sicuro di vincerla. Come è sicuro di vincere la sfida (più difficile) dell'ascolto dopo i successi degli ultimi giorni che hanno visto la Rai risalire la china (è arrivata al 51%) e soprattutto grazie a RaiUno. Un sospiro di sollievo sul fronte politico Cattaneo lo ha tirato quando si è risolto il braccio di ferro sulla legge Gasparri. La possibilità che all'indomani dell'approvazione del ddl sulla Tv, che rivoluziona anche il meccanismo di nomina del CdA, tutto il vertice di viale Mazzini dovesse fare le valige, ha angosciato CdA e dg che si sono insediati solo da quattro mesi. Ora il pericolo è passato grazie ad un accordo politico e Cattaneo & Co possono continuare a lavorare. L'ipotesi di azzeramento dell'attuale CdA ha però suscitato un uragano di proteste. «Urlare allo scandalo in relazione alle ipotesi di azzeramento mi pare davvero fuori luogo», commenta Alessio Butti, deputato di An e membro della Vigilanza. Butti, infatti, ricorda che «quando venne nominato questo Cda tutti dissero che sarebbe stato un Cda di transizione in attesa dell'approvazione della legge Gasparri». Per Butti, «Sono cose che non si possono cancellare. Personalmente -aggiunge- sono contentissimo di come hanno lavorato e credo che il tempo che hanno avuto a disposizione sia stato esiguo». A questo punto «potrebbe bastare anche un accordo politico, un gentleman agreement». E questo c'è già stato. Giu.Cer.