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PER Ciampi l'immigrazione clandestina va frenata, ma con «umanità».

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converrà raggiungere al più presto accordi analoghi anche con altri e rendere più efficaci quelli già stipulati», ha detto Carlo Azeglio Ciampi, parlando dei paesi da cui provengono gli immigrati, durante la sua visita in Valtellina. Bisogna indurre, ha spiegato, i paesi da cui partono le imbarcazioni cariche di clandestini «ad adottare severe misure per frenare questo fenomeno». La legge però va applicata «ma l'animo con cui dobbiamo far fronte alle masse che sotto la spinta della disperazione cercano con tutti i mezzi di raggiungere l'agognata Europa, nella speranza di un futuro migliore, non può che ispirarsi a quei sentimenti di umanità che la nostra tradizione civile e cristiana ci impone». Ai problemi posti dall'immigrazione occorre dare una risposta con senso di equilibrio, sapendo che «occorre dare una risposta articolata e coordinata con equa distribuzione dei compiti e dei costi in sede europea», ha detto ancora il presidente della Repubblica. Il sottosegretario agli Affari esteri Boniver è convinta che «durante il nostro semestre di presidenza dell'Ue, bisogna portare pienamente alla sua conclusione la riforma del diritto d'asilo» che «coinvolge non soltanto un singolo Paese ma tutti i 15 e domani i 25». L' immigrazione, secondo Boniver, è «una grande risorsa che va sfruttata nel migliore dei modi». Prodi ieri è intervenuto sull'argomento affermando che «occorre adottare tolleranza zero contro l'attuale mercato degli schiavi che alimenta quella clandestina». Secondo Prodi la solidarietà degli stati membri serve perchè il problema non può essere risolto in forma individuale. È stata rinviata di un giorno cioè a domani l'attesa visita ufficiale del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu a Tripoli per mettere a punto il piano «anti-sbarchi». Ieri mattina il responsabile del Viminale ha ricevuto l'ambasciatore della Grande Giamahiria Araba Libica Popolare e Socialista Abdulati Alobidi: nel corso dell'incontro sono stati passati in rassegna gli ultimi dettagli del progetto. Ma tutto sembra ormai pronto. Pare infatti che l'accordo - dopo riunioni estenuanti e revisioni della «rotta di marcia» - sia ormai cosa fatta e - era questo il punto più delicato della faccenda - nel totale rispetto della sovranità nazionale della Libia. Non saranno pattuglie miste - come ipotizzato inizialmente - ovvero polizia e mezzi italiani in territorio libico, a cercare di contrastare la massa di disperati pronta a salpare dalle coste libiche. E non sarà neppure imitato il modello Albania che di fatto si è tradotto, per anni, nella totale delega della sicurezza albanese alle forze di polizia italiane. L'intesa dovrebbe piuttosto essere siglata sulla base del «superamento dell'embargo» imposto dall'Europa dopo i fatti di Lockerbie alla Libia e sulla base della «stretta collaborazione tra i due Paesi».

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