Il fabbisogno diminuisce di 2,4 miliardi
Allarme di Brambilla: troppe voci sulle pensioni, scappa il 70% di quanti maturano i requisiti
Ma tiene sempre banco la riforma previdenziale, con la fibrillazione all'interno della maggioranza e il nervosismo dei sindacati, e cresce la preoccupazione per il ritardo del governo nella presentazione del Dpef. BENE IL FABBISOGNO - Il fabbisogno di cassa del settore statale a tutto giugno risulta inferiore di 2.400 milioni rispetto a quello del primo semestre 2002. È quanto afferma il ministero dell' Economia. Il Tesoro rende noto che nel mese di giugno si registra un andamento riflessivo dell' autotassazione delle società (dovuto anche al rallentamento dell' economia) e una dinamica delle spese in linea con le previsioni. «Il dato - è scritto nel comunicato di commento del ministero del Tesoro - riflette il buon risultato dei primi versamenti delle sanatorie fiscali e l' andamento riflessivo dell' autotassazione delle persone giuridiche, attribuibile sia alla riduzione dell' aliquota Irpeg sia al peggioramento dei redditi d' impresa in connessione con il rallentamento dell'economia». «Dal lato delle spese - prosegue il Tesoro - si registra una dinamica sostanzialmente in linea con le previsioni di molti comparti. Si segnalano, peraltro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, maggiori prelievi da parte delle regioni, anche per una accelerazione dell' utilizzo delle risorse comunitarie». INCERTEZZA SULLE PENSIONI- L'allarme è del sottosegretario al Lavoro, Alberto Brambilla: «Stiamo verificando che più del 70% di chi matura i requisiti va in pensione». Per Brambilla la colpa è del gran parlare che si fa di pensioni, con nuove ricette che vengono tirate fuori con cadenze ravvicinate: «Non se ne può parlare sui giornali perchè sono cose che interessano 22 milioni di persone». Anche ieri il più loquace dei sindacalisti su questo tema è stato il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta: «Il confronto è sulla delega. A ogni intervento fuori dalla delega la Cisl risponderà. I lavoratori hanno fatto la loro parte, ora tocca ad altri. Se c'è un problema di cassa è un'altra questione, basta essere più rigorosi con gli evasori invece di fare i condoni». Intanto, una ricerca effettuata da Irsa ed Eurisko mostra risultati chiarissimi: il 95% degli intervistati boccia l'idea di risolvere con interventi sulle pensioni i problemi di bilancio pubblico. IL NODO DPEF - Il governo è in ritardo e non ha ancora trovato la soluzione. Si parla di presentazione slittata a metà mese: «Pare che il governo stia pensando ad altro» ironizza Guglielmo Epifani, numero uno della Cgil. «Sarà il banco di prova sulle reali intenzioni dell'esecutivo» gli ha fatto eco Pezzotta. Una preoccupazione condivisa da Regioni ed Enti locali, che incontreranno domani i sindacati sul tema: «C'è scarso ascolto da parte del Governo» ha osservato il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici, che ha espresso perplessità su «parametri e cifre che ancora non sono state definite».