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Berlusconi ora deve recuperare Fini e l'Udc

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I colonnelli di An chiedono che lasci l'incarico di vice premier. Il Cavaliere: «È importante che rimanga»

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In vista della verifica di governo che ci sarà la prossima settimana il presidente del consiglio ha avuto un colloquio con il leader di An definito «molto franco». Con molta franchezza, cioè, Fini gli ha esposto le sue riserve, le sue critiche e la sua richiesta di maggiore collegialità nel governo sui temi economici. I «colonnelli» di An (Gustavo Selva, Publio Fiori e Francesco Storace) hanno intanto ventilato una minaccia che ha messo sul chi vive Berlusconi: Fini, cioè, potrebbe lasciare l'incarico di vicepremier per tornare al partito (come vorrebbero Fiori e Storace) oppure (secondo Gustavo Selva) per svolgere il ruolo di speaker di tutta la Casa delle Libertà a Montecitorio . Berlusconi, interpellato dai giornalisti, ha sdrammatizzato ed ha annunciato che dal colloquio con il leader di An sono scaturite «soluzioni positive» per il governo. Quanto al ruolo di Fini, ha affermato che «è importante che rimanga vice presidente del consiglio per dare ulteriore spinta all'attuazione dei programmi di governo». Il presidente del consiglio ha riconosciuto che, come lamentato da Fini, nel governo serve una maggiore collegialità soprattutto sui temi economici. Anche ieri nella riunione del consiglio dei ministri ci sarebbe stato un duro faccia a faccia tra Fini ed il ministro dell'Economia Tremonti. Sull'assestamento di bilancio, avrebbe affermato Fini, Tremonti ancora una volta ci ha messi di fronte al fatto compiuto presentando un provvedimento su cui non ci è stato possibile esprimere opinioni. «Così non si può andare avanti», avrebbe concluso il vice-premier. In futuro ci sarà una maggiore collegialità, ha promesso Berlusconi, e la maggioranza potrà discutere «con un certo anticipo alcuni passaggi fondamentali», ad esempio il Dpef e la politica economica. In modo che tutti si sentano coinvolti nelle più importanti decisioni. Ha poi definito «una bella trovata» l'ipotesi di preparare un programma dei prossimi sei mesi come fu fatto «il programma dei 100 giorni». «Tra sei mesi ed ogni sei mesi - ha annunciato il premier - il governo farà un consuntivo di quanto ha fatto, cioè una verifica del cammino che precederà l'annuncio di un nuovo programma per i successivi sei mesi. E così sarà fino alla fine della legislatura». Questa «novità» è subito piaciuta ad Umberto Bossi che ha annunciato che la prossima settimana Berlusconi andrà in Parlamento per spiegare «i 4 - 5 chiodi di riforme che pianterà nei prossimi sei mesi». Altro che verifica, ha affermato soddisfatto Bossi, «io non so nulla di verifiche che sono cose del passato». La verifica di governo, comunque, dovrebbe esserci la prossima settimana e sarà l'occasione per sanare i contrasti esplosi nella maggioranza. Un invito alla concordia è venuto dal presidente della Camera Casini che, riferendosi a tutti gli schieramenti, ha lamentato che «ormai siamo in preda ad un teatrino» ed «i politici litigano troppo per cose incomprensibili alla gente». L'Udc chiede comunque agli alleati di andare oltre le polemiche dei giorni scorsi con la Lega visto che Bossi ha ribadito che resterà nel governo fino alla fine della legislatura.

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