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A maggio stipendi fermi e prezzi in salita

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Nello scorso mese di maggio l'inflazione tendenziale si era attestata al 2,7%. L'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie dei lavoratori dipendenti nel periodo gennaio-maggio, rileva inoltre l'Istat, è stato dell'1,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Proiettando gli ultimi dati sull'intero anno, in base all'applicazione dei soli contratti in vigore, dunque escludendo eventuali rinnovi, le retribuzioni orarie considerate per l'intera economia registrerebbero un aumento dell'1,7% in tutto il 2003 rispetto al 2002. Un valore, sottolinea l'Istituto di Statistica, di 3 decimi di punto superiore al tasso di inflazione programmata (1,4%). Al termine del mese di maggio 2003 risultano in attesa di rinnovo 24 accordi collettivi nazionali, che rappresentano, in termini di monte retributivo, il 44,3% di quelli osservati e sono relativi a 5,4 milioni di lavoratori dipendenti. Passando all'analisi dei singoli settori dell'attività economica, solo nell'edilizia è in vigore la totalità dei contratti osservati. Gradi elevati di copertura si registrano comunque nell'agricoltura, nell'industria e nel settore credito e assicurazioni. Livelli sensibilmente inferiori caratterizzano invece i settori trasporti, comunicazioni e attività connesse, e servizi privati. Una copertura ancora più limitata (pari solo al 18%) si osserva nell'attività della pubblica amministrazione mentre nel settore del commercio, pubblici esercizi e alberghi la quota dei contratti in vigore è nulla, essendo scaduti entrambi gli accordi che lo regolano. Per quanto riguarda la variazione tendenziale (+1,7%), aumenti superiori alla media si riscontrano nell'agricoltura (+4,9%), nelle attività connesse ai trasporti (+5,4%), nella lavorazione dei minerali non metalliferi (+4%), nei tessili abbigliamento e lavorazione pelli (+3,8%), nel commercio (+3,2%), nei servizi alle imprese e gomma e plastica (+3,1%), negli alimentari bevande e tabacco (+2,9%) e nel legno e nel credito (entrambi +2,8%). Inferiori alla media sono stati invece gli incrementi nell'estrazione dei minerali (+1,4%), nei trasporti e comunicazioni (+1,3%), nei servizi privati alle famiglie (+1,2%), nelle poste e nei pubblici esercizi (entrambi +0,8%), nelle assicurazioni e attività della pubblica amministrazione (+0,6%) e nelle attività metalmeccaniche (+0,4%). Alla fine di maggio 2003, conclude l'Istat, sono in vigore 52 contratti collettivi nazionali (sui 76 osservati) che regolano il trattamento economico di 6,8 milioni di dipendenti (il 55,7% del monte retributivo). Per i prossimi mesi si prevede che, «ove non intervenissero rinnovi nel semestre giugno-novembre 2003, il tasso di crescita tendenziale dell'indice generale delle retribuzioni passerebbe dall'1,7% di giugno all'1,4% di novembre 2003.

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