Il pm Boccassini: su di me le tonnellate di fango
Ilda Boccassini critica il fatto che Berlusconi non si è recato ieri a deporre al processo Sme, e dice che le «tonnellate di fango» in realtà sono quelle lanciate sul processo e sui magistrati dal premier. E Gherardo Colombo legge ai giudici l'eccezione di incostituzionalità contro la nuova legge sulle immunità. Ieri in aula non c'è stata l'udienza tecnica che i legali di Berlusconi immaginavano, ma un vero e proprio atto d'accusa pronunciato dal pm, Ilda Boccassini, accompagnando la richiesta al Tribunale di sollevare la questione di illegittimità costituzionale del Lodo Maccanico. «Speravo che il presidente del Consiglio venisse in aula, ho creduto alle sue parole» ha attaccato la Boccassini. «Invece no». E visto che martedì scorso aveva parlato di prove nascoste, testi strumentalizzati e altre irregolarità commesse nella costruzione del processo, ieri il pm ha voluto replicare: «Abbiamo constatato con amarezza che insinuazioni e tonnellate di fango sono state ribaltate nei confronti della Procura e della mia persona». E dato che così, ha argomentato, si attacca «la pubblica accusa, cioè lo Stato di cui il presidente del Consiglio è un massimo rappresentante», la Boccassini ha chiesto di poter depositare un memoriale riepilogativo di tutti i documenti acquisiti in un processo che, ha ammesso, «se riprenderà lo farà ripartendo da zero e con le prescrizioni che incombono». Insomma, «un processo che probabilmente non si farà mai più» e che deve essere archiviato con un atto ufficiale. Dopo l'intervento della Boccassini, l'altro pm, Gherardo Colombo, ha spiegato in sette punti perché la legge appena approvata e che porterà alla sospensione del processo Sme è «palesemente incostituzionale» e deve essere impugnata davanti alla Corte Costituzionale. «Osservazioni fondate», ha detto Colombo, perché la legge viola alcuni principi costituzionali fondamentali: sull'eguaglianza tra cittadini, sul diritto alla difesa, sulla ragionevole durata del processo, sull'obbligatorietà dell'azione penale e sul giudice naturale. La stessa tesi è stata riproposta anche dalla parte civile Cir: «La legge non è uguale per tutti» ha affermato l'avvocato Giuliano Pisapia, definendo il Lodo Maccanico un privilegio per il premier che non trova riscontro nei diritti dei comuni cittadini. Obiezioni respinte dalla difesa di Berlusconi. «È l'ennesimo caso in cui la procura di Milano intende disapplicare la legge», ha detto l'avvocato Gaetano Pecorella, precisando che non esistono problemi di prescrizione «essendone sospesi i termini» e che non ci sono privilegi per il presidente del Consiglio «perchè si tratta di una semplice sospensione». Lunedì mattina il Tribunale renderà nota la sua scelta e, comunque decida, farà calare il sipario sul processo Sme che si fermerà: o per effetto del Lodo o per attendere il verdetto della Consulta. «La dott.ssa Boccassini non riesce a comprendere di non rappresentare la Giustizia, ma soltanto una parte nel processo e che non dovrebbe continuare ad esercitare come se avesse una spada e rappresentasse l'Angelo vendicatore», dichiara Sergio Cola (An), vice presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere e componente della commissione giustizia. Intanto, fuori dal tribunale il senatore Antonio Di Pietro invitava megafono alla mano, i milanesi a firmare per il referendum abrogativo del «lodo Berlusconi».