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Commissione Mitrokhin, sì alla proroga

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A favore hanno votato i gruppi della maggioranza e delle Autonomie, contrari Ulivo e Rifondazione comunista. «Si tratta di una proroga necessaria - ha spiegato Franco Mugnai di Alleanza Nazionale - per arrivare a comprendere l'anomalia del comportamento dei nostri Servizi e dei vertici politico-istituzionali di fronte al Dossier Impedian. Infatti mentre Gran Bretagna, Stati Uniti e altri Paesi sulla base delle informazioni ricevute hanno dato vita ad immediate azioni di controspionaggio, da noi non è successo nulla di tutto ciò. Anzi, nelle audizioni effettuate abbiamo riscontrato forti discordanze, insanabili contraddizioni, iniziali "non ricordo" divenuti successivamente ricordi dettagliati e quindi le audizioni sono state ripetute per poter chiarire alcuni aspetti che non risalgono a venti- trent'anni fa, ma all'inizio degli anni Novanta. Quindi - ha concluso Mugnai - la proroga è più che opportuna per fare chiarezza su questo buco nero della nostra storia». L'opposizione invece ha votato no alla proroga dei lavori della commissione di inchiesta sul dossier Mitrokhin motivando la decisione come espressione «del dissenso più netto - afferma il senatore Massimo Brutti, vicepresidente del gruppo Ds - verso l'uso abnorme che la maggioranza di centrodestra sta facendo di questo strumento parlamentare in questa legislatura». «Il compito assegnato a questa commissione - aggiunge Brutti - era quello di accertare la veridicità delle informazioni contenute nel dossier Mitrokhin. A un anno di distanza non c'è nulla: mancano gli elementi minimi per formulare un giudizio. Non sappiamo nemmeno se in quelle carte vi sia la traduzione fedele di un testo russo redatto da un archivista del Kgb». Il «Caso Mitrokhin» scoppia l'11 settembre 1999 quando il «Times» pubblica anticipazioni di The Mitrokhin archive di Christopher Andrew, professore di Cambridge, che ha avuto accesso alle carte di Vassili Nikitich Mitrokhin, oscuro archivista del Kgb.

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