Pensioni, né in Dpef né in finanziaria
I sindacati: aspettiamo delle risposte. Fazio: «Meno tasse solo con il taglio della spesa»
Il testo sarà il frutto di un dialogo con le parti sociali sulla politica economica del governo. E non conterrà interventi sulle pensioni. «Questa ipotesi non è mai stata sul tappeto» conferma il Roberto Maroni, contrario alla modifica della legge delega che resterà parcheggiata in Parlamento fino al pronunciamento del governo. «Se deciderà di cambiarla riprenderà il confronto con le parti sociali. Se resterà immutata si potrà procedere» ha annunciato il ministro del Welfare al termine dell'incontro di ieri con i sindacati. Ma sulla riunione, convocata ufficialmente per discutere le iniziative sul lavoro che verranno intraprese durante il semestre della presidenza italiana, ha pesato l'ombra della questione previdenziale su cui non si registrano novità sostanziali. Restano in piedi tutte le ipotesi al centro del confronto. I disincentivi per i pensionamenti di anzianità (un'ipotesi che il viceministro per l'Economia, Mario Baldassarri, ritiene però «poco praticabile perché farebbe risparmiare poco ed arrabbiare molto»). L'innalzamento dell'età pensionabile e la decontribuzione per i neo-assunti. Per quanto riguarda il Dpef tocca ancora a Baldassarri tracciare la linea. «Il cuore del documento è la scelta delle priorità che va fatta in ambito collegiale e con il dialogo sociale». Ma i leader delle tre confederazioni, che hanno presentato un documento unitario al governo cpon le modifiche al testo, restano in attesa. «Aspettiamo delle risposte. Ogni giorno leggiamo dichiarazioni, intenti e controintenti. Non si può continuare a lungo così» avverte Guglielmo Epifani della Cgil. A Savino Pezzotta (Cisl) basta sapere che «la delega resta ferma» e che «le eventuali modifiche saranno oggetto di confronto con i sindacati». Mentre Luigi Angeletti della Uil ridisegna la scaletta dell'esecutivo: «Le priorità sono Dpef, programma europeo e verifica di governo. Non le pensioni». E taglia corto sull'argomento: «Non c'è bisogno di un'altra riforma previdenziale poichè il sistema è in equilibrio e tale resterà per anni». Preoccupata l'Ugl. «Sulle pensioni di anzianità il ministro non è stato rassicurante» spiega il segretario Stefano Cetica. Per quanto riguarda gli enti previdenziali è stata prorogato il mandato dei commissari in scadenza alla fine di giugno. Entro oggi Maroni firmerà la proroga per Giampaolo Sassi (Inps) e Vincenzo Mungari (Inail) con l'impegno a procedere a nuove nomine entro quel termine tecnico. Intanto, il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, ha dichiarato che «la riduzione dell'incidenza della spesa sul prodotto consentirà di dare certezza alla riduzione della pressione fiscale programmata dal governo». Solo in questo modo, ha proseguito il governatore, «si inciderà positivamente sulle aspettative degli operatori economici, stimolando la propensione ad investire e la spesa delle famiglie».