MENO PROBLEMI DALLA FRONTIERA ADRIATICA

È ormai da dieci mesi che il Paese delle aquile è stato cancellato dalla lista nera degli Stati che agevolano i traffici umani. La Guardia di finanza italiana, che per setti anni ha combattuto questa battaglia con proprie basi in Albania, conferma: «Il fenomeno è in calo nettissimo - dice il capitano Luca De Paolis, comandante del contingente delle fiamme gialle a Durazzo - le partenze di gommoni carichi di clandestini verso l'Italia sono ormai episodiche, nell'ordine di un paio al mese, non di più». Nulla se confrontato agli anni scorsi, quando gli scafi che partivano da Valona erano da 10 a 15 per notte. «Sette anni di sforzi sono stati vincenti - commenta soddisfatto - anche se decisiva è stata la volontà politica». La svolta ha una data precisa: all'alba del 18 agosto 2002 il primo ministro in persona, Fatos Nano, lancia l'operazione «Puna», il più massiccio blitz mai compiuto nel paese contro il traffico di clandestini. In poche ore la polizia sequestra tutti i gommoni ormeggiati nei porticcioli o nascosti nei garage dei trafficanti. La prima testa a cadere è però quella del comandante generale della polizia, accusato da Nano di «non collaborare in modo adeguato» alle operazioni in corso. Il segnale è chiaro: le bande di Valona, definita fino ad allora «il porto dei pirati», reagiscono e sfidano lo Stato assaltando in pieno giorno la banca centrale della città. Sembra l'inizio di un feroce scontro, ma la lotta si conclude prima ancora di iniziare. I trafficanti capiscono che non c'è spazio per un accordo e abbandonano. In sette giorni l'intera rete viene smantellata: si scoprono le officine che servivano a riparare i gommoni, gli alberghi che ospitavano i clandestini, persino i distributori che rifornivano di carburante la flotta degli scafisti. Nessuno credeva fosse una vittoria definitiva, eppure a dieci mesi di distanza il fenomeno non è ancora ripreso. Al punto che Fatos Nano, in un dibattito in parlamento tenuto pochi giorni fa, ha potuto dire con soddisfazione che «l'Albania è oggi il paese all'avanguardia nella regione per la lotta ai traffici umani». L'emergenza criminalità, tuttavia, è ancora lontana dal potersi dire superata. I trafficanti di clandestini che non hanno scelto di trasferirsi in Grecia o Turchia (dove si sono spostati i luoghi di partenza dell'emigrazione illegale), si sono riconvertiti nel traffico di droga.