di ELVIO SARROCCO IL CAPO dello Stato ha confermato la sua «stima» al ministro dell'Interno ...

Ciampi, in un incontro con il ministro a Napoli, senza accennare alla polemica scatenata dai leghisti, ha voluto esprimere il suo «apprezzamento» per l'opera che il ministro, le strutture del ministero dell'Interno e le Forze dell'Ordine svolgono per tutelare la sicurezza dei cittadini. Pisanu ha così ricevuto un nuovo, altissimo riconoscimento per il lavoro svolto che si aggiunge alla solidarietà espressagli oltre che da tutti i leader della maggioranza anche dal presidente del Senato Marcello Pera e dai leader dell'Ulivo Fassino e Rutelli. La Lega è così isolata nella sua guerra contro il ministro dell'Interno. Argomento, questo, affrontato ieri sera anche ad Arcore nel corso della solita cena del lunedì tra Berlusconi, Bossi, Tremonti,Calderoli e Brancher. Un incontro a tavola che potrebbe anche essere stato l'avvio di un chiarimento all'interno della maggioranza. Oggi intanto la conferenza dei capigruppo della Camera dovrà decidere sulla richiesta dell'Ulivo di un dibattito parlamentare sull'immigrazione alla luce degli attacchi leghisti contro Pisanu e della furiosa polemica che sta scuotendo la Casa delle Libertà. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi, stando ad indiscrezioni, potrebbe proporre che giovedì il ministro dell'Interno Pisanu svolga una informativa a Montecitorio seguita da un dibattito che si dovrebbe però concludere senza un voto. In modo da evitare pericolose spaccature nella maggioranza. La Lega, anche se con toni più pacati, non smette di attaccare il ministro dell'Interno. È però contraria al dibattito parlamentare perchè, ha affermato il capogruppo alla Camera Alessandro Cè, sarebbe una «perdita di tempo», «inutile e priva di significato». Si darebbe inoltre un'«arma» all'opposizione per mettere in luce i contrasti esistenti nel Centrodestra. Cè taglia corto: a questo punto, ha affermato, «la palla passa al governo che non deve fare altro che applicare la legge Bossi-Fini». Noi, comunque, ha affermato, non abbiamo alcuna intenzione di uscire dal governo, «ma se qui si naviga a vista, se non c'è l'intenzione di andare avanti con le riforme.». Sarà però Umberto Bossi, conclude Cè, a «valutare e decidere». Secondo il ministro degli Esteri Frattini, comunque, la Lega è un partner essenziale e - dice - «non credo che voglia una crisi di governo ma risposte concrete sull'immigrazione». Risposte concrete che il titolare della Farnesina ha individuato nel lungo lavoro diplomatico portato avanti in Europa per convincere i diversi paesi riluttanti (in primo luogo la Francia che sembra aver accettato la posizione italiana e la Germania che ha ancora delle "riserve") delle necessità di alleviare l'embargo alla Libia per permettere a Gheddafi (che ieri ha smentito ogni coinvolgimento del suo Paese con gli sbarchi su Lampedusa e Pantelleria) un più efficace controllo degli oltre 1500 chilometri di frontiera desertica. Secondo Frattini, inoltre, è inutile gettare la croce addosso a Pisanu «anche se, ha ammesso, ci sono ancora molte altro cose da fare. Anche tutti gli altri alleati della Casa delle Libertà fanno quadrato intorno al ministro dell'Interno e respingono le critiche della Lega. Le polemiche, è l'avvertimento del portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, «fanno solo il gioco dei nemici». «Le proposte della Lega - dice il vice presidente della Camera Publio Fiori (An) sono contro i valori cattolici». Il dibattito parlamentare serve, è il parere del capogruppo di An Ignazio La Russa, ma prima è necessario effettuare la verifica nella maggioranza.