Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Processo Sme, i pm contestano la legge

Esplora:
default_image

Udienze sospese per il premier che aveva dato la sua disponibilità a ritornare in aula dopodomani

  • a
  • a
  • a

E il suo stop coinciderà con la prima applicazione del lodo Maccanico, cioè della legge che prevede la sospensione dei procedimenti per la durata del mandato delle cinque più alte cariche dello Stato, approvata mercoledì scorso, firmata venerdì dal Capo dello Stato, e pubblicata sabato sulla Gazzetta Ufficiale. La legge è in vigore da ieri. Il testo licenziato, infatti, all'ultimo comma, prevede l'entrata in vigore all'indomani della sua pubblicazione, quindi dalla mezzanotte appena trascorsa. Al Tribunale di Milano, teatro dei bracci di ferro più accesi tra la politica e la magistratura, c'è chi ci si è già rassegnato e chi no. E per l'udienza di mercoledì 25 giugno si prepara a non subire in silenzio l'inevitabile conseguenza della nuova legge ma, se sospensione a lungo termine deve essere, che almeno sia motivata altrimenti come, ad esempio, un ricorso alla Corte Costituzionale sulla base di presunte illegittimità del testo di legge appena votato con, appunto, la Costituzione. Ad una mossa di questo tipo, a quanto pare, ci starebbero lavorando sia i pm Gherardo Colombo e Ilda Boccassini, sia il legale di parte civile Cir, Giuliano Pisapia. Tre, stando alle premesse, potrebbero essere i presupposti per una eccezione di incostituzionalità del Lodo Maccanico da sottoporre ai giudici: il contrasto con quanto disposto all'articolo 3 che prevede l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, un presunto conflitto con l'articolo 96, che prevede per Presidente del Consiglio e per i ministri la sottoposizione alla giurisdizione ordinaria, e la non corrispondenza rispetto a quanto disposto (articolo 111) per il giusto processo. Se le questioni saranno sollevate, mercoledì, nell'aula del processo stralcio per la Sme le soluzioni potrebbero essere due: i giudici presieduti da Luisa Ponti, ascoltate le parti e gli argomenti, potrebbero decidere sulla loro infondatezza, respingerli, e dichiarare sospeso il processo per effetto della nuova legge. Oppure, i giudici potrebbero accogliere i motivi presentati per un ricorso alla Consulta, disporre l'invio degli atti alla Corte Costituzionale e sospendere, ugualmente, il processo. In teoria, ma questa è un'ipotesi più remota, i giudici stessi potrebbero muovere rilievi di carattere costituzionale e sospendere il processo. In qualunque caso, comunque, lo stop è scontato. Se questo è lo scenario possibile che si prepara per il processo stralcio della Sme, la vera incognita è legata alla presenza in aula di Silvio Berlusconi. Martedì scorso il premier, al termine delle sue seconde dichiarazioni spontanee, aveva affermato che garantiva la sua presenza per l'udienza. Da allora, certo, le cose sono cambiate. Il Lodo Maccanico è diventato legge, e in teoria il capo dell'esecutivo potrebbe non aver più alcun interesse a legare la sua immagine a quella di un'aula di Tribunale. Eppure, i suoi legali non hanno ricevuto alcuna indicazione.

Dai blog