Costituzione, via libera alla bozza

È un «passo storico» conferma accanto a lui il premier greco Costas Simitis: «Per la prima volta l'Ue ha un progetto di Costituzione». A dare una spinta alla storia è stata questa mattina la consegna al vertice Ue di Porto Carras della bozza della futura costituzione europea, approvata dalla Convenzione venerdì scorso, da parte del presidente della costituente, Valery Giscard d'Estaing. L'accoglienza riservata dai leader al documento di Giscard è stata nettamente meno conflittuale di quanto le dichiarazioni di alcuni governi negli ultimi giorni potesse fare prevedere. Il testo ha ottenuto «un ampio appoggio» da parte dei «grandi» dell'Europa, ha riferito il ministro degli Esteri tedesco, Joshka Fischer. Simitis, presidente del vertice, ha detto che i capi di stato e di governo hanno deciso di dichiarare la bozza «una buona base di partenza» per la Conferenza intergovernativa (Cig) che si aprirà a Roma in ottobre e che dovrà procedere formalmente all'adozione della prima Costituzione europea. La Cig potrebbe essere breve e concludersi entro dicembre: su questo punto, ha detto il premier lussemburghese Jean Claude Juncker, c'è consenso fra i leader. Ma anche se i lavori si prolungheranno nei primi mesi del 2004, sotto presidenza irlandese, la firma avverrà comunque nella capitale italiana, città simbolo della costruzione europea. Anche su questo punto, ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, c'è consenso fra i «25». Si attendevano in seno al vertice riserve e critiche, su alcuni punti della bozza, da parte dei «piccoli» Stati membri e di Spagna e Polonia, che contestano in particolare il nuovo sistema di voto fra gli stati, più democratico, basato sulla «doppia maggioranza» (dei governi e della popolazione). Ma le obiezioni sono state poche, hanno riferito fonti del vertice. Per i piccoli il cancelliere austriaco Wolfgang Schuessel ha criticato l'istituzione di un presidente a tempo pieno del consiglio europeo. Josè Maria Aznar, pur definendo «positivo» il «punto di equilibrio» definito nelle proposte della Convenzione, ha confermato che la Spagna ha delle riserve nei confronti del nuovo sistema di voto, ma senza adottare toni conflittuali. Diversi altri premier hanno detto che il testo è migliorabile, ma nell'insieme l'accoglienza è stata positiva. Lo stesso capo del governo lussemburghese, Jean Claude Juncker, capofila dei «piccoli», ha parlato di un «grande passo avanti» per l'Europa. Le speranze che il documento Giscard riesca a passare l'ultima tappa della Cig senza essere stravolto dai governi sembrano rafforzarsi. E in sede di Conferenza intergovernativa si riparlerà anche di inserire nel preambolo il riferimento alle radici giudaico-cristiane, come chiesto da cinque Paesi aguida Ppe tra cui l'Italia.