Canale di Sicilia, immensa tomba d'acqua
In 20 giorni a Lampedusa arrivate 2.443 persone. Saturo il centro di prima accoglienza
Sono i poveri resti di uomini e donne morti sulle carrette del mare per fuggire dalla miseria dei loro Paesi e dall'assenza di speranza. I naufragi di questi giorni, al largo di Lampedusa, ma anche quelli avvenuti vicino a Malta e alla Libia, in cui sono morte centinaia di disperati partiti dalle coste africane verso l'Italia su barconi malandati, fanno di questo pezzo di Mediterraneo una tomba d'acqua dove viene sepolta per sempre la speranza di uomini e donne disperati. Il soccorso offerto mercoledì da tre pescherecchi di Mazara del Vallo ad una carretta con 140 persone a bordo ha evitato l'ennesima tragedia. Almeno per quelle che si riescono a conoscere, per quelle che i pescatori riescono a vedere solcando il Canale in lungo e in largo. Ma quasi con cadenza fissa, il dramma ritorna. Ed è il mare stesso che testimonia queste sciagure: è dell'altro ieri il ritrovamento da parte di una unità della Guardia di Finanza, al largo di Lampedusa, di un gommone di 15 metri vuoto, con chiari segni del passaggio a bordo di clandestini. Un'imbarcazione del genere, secondo i militari, ne potrebbe trasportare anche 20. Ed è possibile che una bufera li abbia scaraventati in acqua e nessuno si sia accorto di nulla. Sul molo di Lampedusa la contabilità dei morti si estende ben oltre le cifre ufficiali, e in molti, sull'isola, da due mesi, ormai, hanno rinunciato a mangiare il pesce: l'uomo non mangia più il pesce perché ha paura che il pesce abbia mangiato l'uomo. Quelli che arrivano si considerano sopravvissuti: per questo, una volta giunti nel centro di accoglienza di Lampedusa, chiedono di avere una carta telefonica per chiamare a casa e avvisare i parenti. Il Canale di Sicilia ne ha risucchiati tanti di disperati. Quella di lunedì sera è una delle tragedie più gravi: 60 persone disperse, sette cadaveri recuperati e solo tre scampate alla morte. Dal 1° giugno a ieri a Lampedusa sono arrivate in totale 2.443 persone, fra cui 134 donne e 26 bambini che non superano i cinque anni. Il centro di prima accoglienza dell'isola è saturo, perché ospita 496 disperati. La struttura ne potrebbe contenere 189. Tutte le persone sbarcate a Lampedusa in quest'ultimo mese provengono da Algeria, Bangladesh, Benin, Camerun, Ciad, Costa d'Avorio, Etiopia, Ghana, Iraq, Kasmir, Liberia, Libia, Marocco, Nigeria, Pakistan, Palestina, Sierra Leone, Somalia, Togo, luoghi, interessati da guerre o conflitti intestini, oppure nei quali i regimi perseguitano chiunque appartenga all' opposizione politica o a minoranze etniche o religiose, come nel Nord della Nigeria. I marinai di Lampedusa ricordano ancora il naufragio più grave e anche quello più misterioso, che sarebbe avvenuto il 25 dicembre 1996 quando centinaia di clandestini (forse 300) morirono nella porzione di mare tra Malta e la Sicilia nello scontro tra il cargo libanese Friendship e la motonave Yohan. Nessun corpo venne recuperato. E il Canale di Sicilia, anche in quella occasione, ha aperto la sua tomba.