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Affonda carretta del mare con 250 clandestini

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Quarantuno sono stati salvati, 12 i corpi ripescati. All'alba disperato appello alla Guardia costiera

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Naufraga nel Golfo di Gabes, a una sessantina di miglia dalle coste tunisine, un'imbarcazione con a bordo circa 250 disperati provenienti da diversi Paesi africani. Quarantuno sono stati salvati, 12 i corpi già ripescati, 197 sono i dispersi secondo un primo bilancio ufficiale diffuso a Tunisi. Il bilancio è probabilmente frutto degli interrogatori cui le autorità tunisine stanno sottoponendo gli scampati. Per il momento si ignorano quali siano state le cause del disastro: forse le cattive condizioni dell'imbarcazione, forse il fatto che era sovraccarica, forse il mare agitato o, come è probabile, una combinazione di questi tre elementi. Nelle notti serene da Cap Bon, in Tunisia, all'orizzonte si vede un chiarore. Sono le luci di Lampedusa. L'Italia - quella che qui conoscono attraverso Rai 1, quella dei negozi, delle canzoni e delle ballerine, l'Italia dove tutti stanno bene e sono ricchi, dove chiunque può trovare un lavoro - è così vicina, così a portata di mano: un'attrazione fortissima. A volte fatale. Così, con la bella stagione, l'onda dell'immigrazione clandestina dal nord Africa verso l'Italia riprende con forza. E a fermarla non bastano le notizie tragiche di quelli meno fortunati per cui il viaggio della speranza diviene l'ultimo viaggio. Non servono le leggi restrittive, i campi di raccolta, i rimpatri forzati. Ieri il mare ha preteso ancora il suo tributo di vite. All'alba, l'appello via radio di una barca da pesca veniva ricevuto dalla torre di controllo della guardia marittima al porto di Mahdia, nel centro della Tunisia. Il capitano del peschereccio informava che un'imbarcazione non identificata, con a bordo forse 250 persone, aveva fatto naufragio circa 60 a largo di Sfax. Sono iniziate subito le ricerche, condotte da un mezzo della guardia costiera, uno della marina cui si sono unite quattro barche da pesca che si trovavano nella zona. Quarantuno finora i naufraghi salvati, tra questi un marocchino. Dodici i corpi ripescati. Secondo informazioni ottenute dai superstiti, e riportate dall'agenzia di stampa locale Tap, l'imbarcazione con il suo carico di clandestini era partita ieri «dalla costa di un Paese vicino», un eufemismo usato per dire la Libia. Destinazione Italia. Sempre l'altro ieri, in mattinata, la guardia costiera aveva bloccato un'altra imbarcazione a largo di Zarzis con a bordo 28 clandestini. Il giorno prima un grosso gommone era stato intercettato al largo dell'isola di Djerba con 24 africani a bordo. Anche loro si erano imbarcati in Libia e volevano andare in Italia. La Tunisia è divenuta, come il Marocco, punto di passaggio per i clandestini africani che vogliono entrare in Europa, passando per Italia e Spagna. Tra Italia e Tunisia è in vigore un accordo di collaborazione per stroncare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. La Tunisia ha recentemente inasprito le pene per chi organizza questo traffico di uomini. I clandestini sono originari dei Paesi del Maghreb, ma anche e soprattutto dall'Africa subsahariana. Pagano dagli 80 ai mille dollari a quelli che qui vengono chiamati «passeurs», passatori, poi aspettano, giorni, a volte settimane, che qualcuno li vada a chiamare e gli dica dove è l'appuntamento con la barca.

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