Sanatorie, c'è tempo fino al 16 ottobre
Il Consiglio dei ministri ha stabilito la nuova scadenza del 16 ottobre prossimo. La decisione ottenuta all'unanimità è contenuta nel decreto legge che proroga al 30 giugno il termine per l'invio telematico delle dichiarazioni da parte dei contribuenti che hanno aderito al condono entro il 16 maggio scorso. Chiusa la querelle sui tributi nazionali, salutata da una raffica di critiche da parte dell'opposizione, si riapre il confronto fra le Regioni su quelli locali. Il provvedimento è stato reso necessario dalla mancata conversione in legge ad opera del Parlamento del precedente decreto che prorogava i termini dei pagamenti dal 16 aprile al 16 maggio. Il testo salva gli effetti della sanatoria e mette al sicuro sotto il profilo giuridico e penale chi ha effettuato i versamenti in quel periodo di tempo prorogando i termini delle dichiarazioni telematiche. Soddisfatti i professionisti del settore. «Ora attendiamo di leggere il contenuto del decreto legge per sapere se per l'adesione sono previste, rispetto al condono precedente, delle penali» sottolinea il presidente dell'ordine dei dottori commercialisti, Antonio Tamborrino. Sulla stessa linea il giudizio di Paolo Moretti, consigliere dei ragionieri commercialisti. Ma non è tutto. Ieri lo scudo fiscale bis è stato prorogato al 30 settembre (dal 30 giugno). L'aliquota passa al 2,5%, come nella prima versione, dal 4% originario. È previsto un meccanismo di rimborso della differenza per chi ha sanato le attività finanziarie al 4%. Nel frattempo, torna ad agitarsi il versante degli enti locali. La conferenza dei governatori ha riaperto il confronto sul decreto che stabilisce le aliquote di compartecipazione delle regioni ad Iva, Irap, Irpef ed accisa sulle benzina. Dopo l'intesa raggiunta nella serata di mercoledì tra Regioni del Nord e del Sud, si è deciso di riaprire la questione. «Ripenseremo l'argomento» ha tagliato corto il presidente Enzo Ghigo. Se ne riparlerà nella riunione convocata per mercoledì 24 giugno. L'intesa porebbe essere varata il 3 luglio in occasione della conferenza straordinaria indetta dal ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia. Intanto, potrebbe essere un atto amministrativo lo strumento giuridico da utilizzare per trovare una soluzione all'aggravio di tassazione sulle liquidazioni, conseguente alla rimodulazione delle aliquote Irpef. È questa una delle strade che si prospetta dopo il mancato approdo, ieri in Consiglio dei ministri, dell'atteso provvedimento salva-tfr. Secondo quanto si apprende, infatti, i tecnici al lavoro sulla questione avrebbero evidenziato anche questa soluzione: dunque non una norma primaria, una legge ad hoc, ma un provvedimento amministrativo che dia un'interpretazione estensiva della clausola di salvaguardia per coprire anche le liquidazioni, che altrimenti verrebbero penalizzate dalla rimodulazione delle aliquote Irpef.