VERTICE DI SALONICCO
Questa è la nuova filosofia sull'immigrazione che potrebbe nascere dal vertice europeo di Porto Carras (penisola Calcidica, Grecia), che si apre oggi. Si tratta di un successo della presidenza di turno greca dell'Ue, con il forte appoggio della futura presidenza italiana che ne continuerà l'opera e che è fortemente interessata alla europeizzazione del problema. Atene, che da tempo insiste affinchè la lotta all'immigrazione clandestina - la Grecia, come l'Italia, registra ogni giorno decine di sbarchi di disperati sulle sue lunghe coste e sulle isole - diventi una questione per l'intera Unione. Ecco quindi la lettera d'invito del premier greco Costas Simitis, che spiegando le priorità del vertice, sul tema immigrazione - che sarà il primo in agenda, questa sera - chiede ai suoi colleghi Ue di assumere iniziative, nell'ambito della riunione di Porto Carras, per un efficace coordinamento delle polizie di frontiera, che nella visione di Atene potrebbero diventare un corpo unico di controllo dei confini comunitari. Lo stesso leader ellenico propone che venga migliorata la cooperazione con i paesi terzi, in modo da limitare le partenze, prima ancora che gli arrivi, degli immigrati. Nella possibile nuova visione sull'immigrazione, non c'è però il solo lato repressivo: la proposta della presidenza greca prevede iniziative per l'accelerazione delle procedure di asilo e per il miglioramento dello status sociale e dell'integrazione degli immigrati che già si trovano in Europa. Nella bozza di conclusioni del vertice, si parla infatti di immigrati legali che «dovrebbero avere diritti ed obblighi paragonabili a quelli dei cittadini dell'Ue». Entrambi gli aspetti, lotta all'illegalità ed integrazione, necessiteranno, sottolinea Simitis, di adeguate risorse finanziarie. Su questo punto esiste già una proposta della Commissione europea, che offre risorse ai paesi che vogliano farne uso per strategie «incisive» contro l'immigrazione clandestina, come ha annunciato lo stesso premier greco a Roma. Al vertice di Porto Carras potrebbe essere anche avanzata una proposta britannica che prevede la creazione di «zone di protezione» nei paesi d'origine per persone che potrebbero tentare il passaggio clandestino in Europa. Londra ha smentito di aver già iniziato procedure per la creazione di campi dove spostare clandestini già giunti sul suolo britannico.