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D'Amato chiede «chiare scelte politiche»

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Lo ha detto il presidente di Confindustria, Antonio D'Amato concludendo la mattinata di lavori sulle Previsioni macroeconomiche del Centro Studi Confindustria. «Abbiamo bisogno - ha detto D'Amato - di chiare scelte politiche. Se l'agenda della verifica è questa è del tutto incompatibile con le esigenze che ha l'Italia". Esigenze che sono quelle di minore rigidità del mercato del lavoro, un «sistema Italia» meno gravoso nei costi e più generoso nella remunerazione dei capitali investiti e una riforma radicale di scuola, ricerca e università. Queste sono le condizioni per il recupero della competitività che si è costantemente erosa negli ultimi trent'anni. «Quando ripartirà la ripresa - ha sottolineato il presidente di Confindustria -, se non avremo fatto gli aggiustamenti opportuni, avremo un significativo distacco» rispetto agli altri Paesi. Secondo D'Amato, inoltre, «ora abbiamo nuovi concorrenti che rischiano di metterci fuori gioco. Abbiamo bisogno di scelte chiare sul piano della politica. L'economia richiede oggi capacità di intervento strutturali, che vanno fatti con chiarezza». Le previsioni del Csc lanciano un allarme sulla crescita nel 2003: quest'anno il tasso di espansione della nostra economia, senza l'attesa ripresa internazionale, non raggiungerà lo 0,5%. Se, invece, nella seconda parte dell'anno ripartisse la crescita, il pil aumenterebbe dello 0,8%. Una revisione al ribasso delle ultime stime (circa +1%), secondo la quale non potrà essere raggiunto l'obiettivo indicato dal governo di un pil 2003 a 1,1%. Per il 2004 Confindustria indica una crescita dell'1,9%. L'inflazione, sempre secondo il Csc, dovrebbe attestarsi anche per il 2003 al 2,5% per scendere all'1,8% solo nel 2004. Per fronteggiare la congiuntura e favorire la crescita, secondo gli esperti confindustriali, servirà una finanziaria 2004 non lontana dallo 0,7-0,8% del Pil, vale a dire intorno ai 10 miliardi di euro. Secondo il Csc consentirebbe uno sviluppo intorno al 2% dell'economia ed un «indebitamento intorno al 2,5%». Che occorrano scelte precise di politica economica lo ha sottolineato il Ragioniere generale dello Stato Vittorio Grilli: «Le risorse disponibili - ha detto - non sono né ampie né in aumento», quindi la politica dovrà compiere delle scelte decidendo dove concentrare gli sforzi e dove tagliare la spesa. Grilli ha aggiunto che «bisogna saper scegliere con la consapevolezza che non si può fare tutto quello che si vorrebbe» e quindi su pochi e indispensabili obiettivi di natura collettiva e non particolaristica: se infrastrutture, sanità, istruzione e ricerca sono settori non comprimibili ma, anzi, le priorità su cui investire ulteriori risorse - ha detto - è necessario un ripensamento quantitativo e qualitativo degli interventi in tutti gli altri settori, senza preclusione aprioristica». È necessario intervenire con misure strutturali e non più solo congiunturali: «Solo così l'Italia potrà agganciare l'attesa ripresa mondiale, beneficiandone appieno». Grilli ha precisato che si dovrebbe «operare lungo tre assi tra loro profondamente legati: rigore nelle politiche di bilancio; scelte negli interventi di politica economica; innovazione nelle politiche europee di finanziamento».

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