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Mancate riforme, nuovo sciopero dei penalisti

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Ancora cinque giorni dalle udienze proclamati dall'Unione delle camere penali per protestare contro le mancate riforme in materia di giustizia. Prima fra tutte, la separazione delle carriere dei magistrati. Proprio per spiegare le ragioni della loro richiesta per un processo «giusto», ad «armi pari» tra accusa e difesa, i penalisti hanno scelto di affidarsi ad una vignetta: due squadre in un campo di calcio, uno dei giocatori dice: «Noi abbiamo portato il pallone, ma loro hanno portato l'arbitro». «L'arbitro ha la stessa maglia di una delle due squadre e, anche se arbitrerà bene, nessuno spettatore crederà nella sua imparzialità» spiegano i penalisti. Il manifesto preparato in occasione della nuova astensione dall'Ucp è completato da una quindicina di righe. Si rivendica la separazione delle carriere di giudici e pm, considerata «una misura di buon senso che, finalmente, porterebbe accusa e difesa a confrontarsi ad armi pari nel processo, davanti ad un giudice realmente equidistante dalle parti e non inserito nella stessa "squadra" del collega pm». I penalisti ricordano poi che nel 2000 la separazione delle carriere dei magistrati - una soluzione «semplice e comprensibile» che «garantirà equilibrio e credibilità al processo penale» ed è prevista dall'articolo 111 della Costituzione che vuole «il giudice "terzo" rispetto alle parti» - è stata votata da «10 milioni di elettori» al referendum. Eppure, denunciano, la situazione non è cambiata, è la stessa di quella rappresentata nella vignetta. Da qui, spiegano gli avvocati penalisti, la decisione di astenersi dalle attività, «per far sì che i processi si svolgano in condizioni di reale parità». «La nostra protesta non ha ragione di regredire - spiega il presidente dell'Unione delle Camere penali, Ettore Randazzo -. Un mese fa il presidente del Consiglio ci aveva assicurato che entro 15 giorni avrebbe discusso con noi la bozza sulla separazione delle carriere dei magistrati e quella sulla riforma del codice di procedura penale. Impegni non mantenuti, ormai è passato un mese. E intanto il Parlamento continua ad occuparsi di tutt'altro...». «Abbiamo fatto bene a non rivedere la nostra decisione - aggiunge il leader dell'Ucp -. Berlusconi ci aveva dato assicurazioni già il 21 maggio, quando ci siamo incontrati, ma non non ne abbiamo saputo più nulla. I problemi della giustizia sono dimenticati, anche i grandi mezzi di comunicazione seguono soltanto il berlusconismo e l'antiberlusconismo giudiziario».

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