La sinistra attacca la linea difensiva del premier
Violante (Ds) prima dice: «Vicenda che riguarda solo lui». Poi attacca: «Dica se ha corrotto»
È passato appena qualche minuto e già partono bordate. Il più lesto è Giuseppe Fanfani (Margherita): «Perché Berlusconi non risponde alle domande del Pm? La sua autodifesa tutta impostata sul carattere "soggettivo" della linea difensiva è politicamente debolissima. Ha confermato che vi furono trasferimenti di denaro, che i denari erano della Fininvest, ma che egli, come presidente, non ne sapeva nulla. Ci domandiamo se e quali provvedimenti Berlusconi abbia preso nei confronti dei suoi dirigenti o di coloro che sapevano, perché se non risponde a questa domanda resta il sospetto che anche lui fosse d'accordo». Rincara la dose Nando Dalla Chiesa, sempre della Margherita: «Oggi nasce ufficialmente la Repubblica del Bagaglino. Un capo del Governo e primo ministro si congeda dai suoi giudici in veste di grande accusatore e annuncia di volersi sottomettere alle leggi dello Stato. Il tutto mentre fa le valigie per Roma con i suoi avvocati, pronti a votare in quarantott'ore una legge che metterà una pietra tombale sul processo». E Marco Rizzo (Pdci): «Se è innocenti affronti il processo». I Ds non sono da meno. Ma soprattutto parlano due lingue. Prima Violante dice che «gli affari giudiziari di Berlusconi riguardano soltanto lui, i suoi avvocati e i suoi giudici, non il Paese». Poi attacca: «Continua a non rispondere alla domanda se ha corrotto o meno i giudici e cerca di trascinare in un gorgo quanta più gente possibile: dal presidente della Commissione europea alla signora Ariosto»; un altro deputato della Quercia, Giuseppe Giulietti, spedisce a tutti i leader europei una videocassetta con la deposizione del presidente del Consiglio. Il più indignato per le affermazioni del presidente del consiglio appare Di Pietro, ex magistrato di Mani Pulite. Si appella «al Parlamento e a Ciampi», il leader dell'Italia dei Valori, «perchè impediscano questo scempio della giustizia». Secondo Di Pietro «mai c'è stato un uso così personale di una carica istituzionale e un tale conflitto di interessi». E ora tornano anche i girotondi. Arrivano le repliche da Forza Italia. «Prima di tentare di svolgere come sempre ruoli pseudo-moralistici, Di Pietro farebbe bene a ricordare che lui, davanti al Tribunale di Brescia, si avvalse della facoltà di non rispondere...», dice Francesco Nitto Palma. Lucio Malan replica invece alla Margherita: «Con Dalla Chiesa è già nata la Repubblica dell'insulto. Il senatore della Margherita infatti non sa far altro che gettare fango sul presidente del Consiglio e, quindi, su tutto il Paese». Vito se la prende con Violante: «Il premier ha dimostrato, in modo esauriente e preciso, di non avere corrotto i giudici».