Tutti vogliono cambiare la legge
Fra le richieste, il raddoppio a 1 milione delle firme necessarie
I progetti di queste ore vengono da FI, dalla Margherita e dai Verdi. Anche se si tratta di iniziative «in ordine sparso», più d'una prevede l'aumento del numero delle firme necessarie per innescare il processo referendario, tesi sostenuta anche dal leader di DE, Sergio D'Antoni che è per portarle a un milione. Questa una sintesi delle proposte. Rino Piscitello (Margherita) vuole raddoppiare il numero delle firme, da 500 mila a un milione, per presentare un referendum popolare, ma nello stesso tempo prevede di ridurre il quorum dei votanti necessario dall'attuale 50% ad un terzo degli aventi diritto al voto. Antonio Barbieri, di Forza Italia propone anch'egli di innalzare il numero delle firme necessarie per indizione di un referendum abrogativo da 500 mila ad un milione: «L'esito fallimentare di questo referendum - osserva - ha confermato chiaramente l'intolleranza del paese verso l'abuso strumentale dell'istituto referendario». Paolo Cento (Verdi) fa una proposta di legge costituzionale che abbassa il quorum indispensabile per la validità dei referendum al 30% innalzando al contempo il numero delle firme per depositare i quesiti a 700 mila. Il sen. Giovanni Crema (Sdi) chiede di modificare l'art. 75 della Costituzione e di passare dagli attuali 500 mila elettori a un milione per la raccolta delle firme utili alla presentazione e alla indizione di un referendum. Per Antonio Soda (Ds) bisogna rivedere le norme sul referendum abrogativo, ma anche prevedere l'introduzione del referendum propositivo. Per indire quello abrogativo si passerebbe da 500 mila ad un milione di elettori o dieci consigli regionali (finora sono cinque). Quanto al referendum propositivo avrebbe luogo quando le Camere non avessero approvato, entro 18 mesi dalla presentazione, un progetto di iniziativa popolare. Su richiesta di una quota di elettori (2% degli aventi diritto al voto nelle precedenti elezioni per la Camera) le Camere delibererebbero di sottoporre a referendum i principi fondamentali del progetto proposto. Poi il Parlamento a tradurrebbe in legge il progetto che avesse ottenuto la maggioranza dei voti validi. Il senatore Alessandro Battisti della Margherita propone invece la abolizione del quorum per la validità del referendum.