Corte dei conti, esuberi da devolution

Al di là delle prese di posizione ufficiali, l'impressione è che, girando tra i corridoi di viale Mazzini, ai magistrati contabili non piaccia proprio il decreto legislativo 125/2003 che Ciampi ha emanato in materia di controllo della sezione regionale Friuli della Corte dei conti. Il provvedimento, pubblicato in questi giorni in Gazzetta Ufficiale, anticipa la devolution e si integra con lo spirito della legge «La Loggia» nella parte che riguarda l'attuazione dell'articolo 118 della Costituzione in materia di esercizio delle funzioni amministrative. In soli 7 articoli, il governo dà il là a quello che dovrà, nel breve, essere il nuovo sistema dei controlli della pubblica amministrazione. L'elemento che però, più fa arrabbiare i magistrati contabili è certo l'art. 2 che definisce ed individua compiti e organico della sezione regionale friulana di controllo. Oltre a un presidente di sezione e a due consiglieri togati, la norma prevede altri due consiglieri «laici» di nomina governativa e su indicazione del presidente regionale (il recente eletto Illy, Ulivo). È vero che il provvedimento riguarda l'applicazione di norme statutarie di una regione a statuto speciale (Friuli V.G.). Ma è chiaro che l'intendimento del governo è quello di attuare immediatamente e con decisione lo spirito della legge «La Loggia». E così, preoccupa la possibilità (chiamiamola così, eufemisticamente) che il modello Friuli venga esportato in tutta Italia. «Con effetti devastanti - commenta un consigliere - pensi che siamo già sotto organico di oltre 100 unità! Ma comprendo il presidente (Francesco Staderini, ndr):deve scegliere il male minore». In effetti, forti sono le preoccupazioni che le modifiche costituzionali riguardanti la Corte dei conti andranno a colpire pesantemente le piante organiche dell'Istituto. E non solo nel ruolo di magistratura, ma soprattutto in quello tecnico ed amministrativo. In effetti all'articolo 7 comma 3 del provvedimento si legge: «in relazione a quanto previsto; la regione concorre anche all'organizzazione dell'attività di supporto alla sezione. A tal fine l'amministrazione regionale; individua e mette a disposizione risorse umane, beni immobili ed immobili». Cioè, quindi, anche personale. Con il rischio, come per i magistrati, che tali unità rendono indisponibili un corrispondente numero di posti in organico.