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Processo Sme, Berlusconi domani in aula

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Il suo secondo intervento potrebbe trasformarsi in una dura denuncia dopo l'avviso di garanzia

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Una settimana che potrebbe rivelarsi anche l'ultima in agenda per diverso tempo se l'iter sul Lodo-maccanico e sul patteggiamento allargato dovesse rispettare le tabelle di marcia prevista sospendendo, il primo il processo stralcio in corso per il solo Berlusconi, il secondo il procedimento principale a carico di otto imputati, tra i quali Cesare Previti. Intanto, ci si prepara all'arrivo del presidente del Consiglio. Un arrivo annunciato dai suoi stessi difensori mercoledì scorso quando, di fronte alla decisione del Tribunale di proseguire il processo per non affossare i lavori in uno «stallo della giurisdizione», nonostante gli impegni del premier, avevano comunicato la possibilità di una «finestra» mattutina per martedì 17 giugno. Una «finestra» che passa però attraverso un imbarazzo diplomatico, dal momento che lo staff del capo dell'esecutivo ha dovuto chiedere al primo ministro greco di rinviare di qualche ora il suo incontro con Berlusconi per il passaggio di consegne in vista del semestre di presidenza italiana dell'Ue. L'INTERVENTO DEL PREMIER — L'imbarazzo internazionale, e la recente notizia di una sua nuova iscrizione nel registro degli indagati di Milano per Mediaset, potrebbero trasformare le nuove dichiarazioni di Silvio Berlusconi in una vera e propria denuncia generale che farà discutere e molto. Ma, se queste sono le previsioni, le notizie sono che il premier ha già incontrato a lungo i suoi difensori per mettere a punto la scaletta del suo intervento che, pare, non si esaurirà nemmeno domani nonostante, come preannunciava qualche giorno fa il suo difensore Niccolò Ghedini, «occuperà almeno un paio di ore». Le alternative alla presenza del capo dell'esecutivo in aula, del resto, potrebbero farsi «pericolose». Se non dovesse presentarsi, infatti, in virtù dello stallo giurisdizionale già paventato dai giudici, il Tribunale potrebbe anche decidere di «procedere oltre», cioè di affrontare, allo stato degli atti, quindi senza alcuna integrazione aggiuntiva, le richieste di prove residue che, in parte, i difensori di Silvio Berlusconi hanno già sollevato nelle settimane scorse. IL RISCHIO DELLA REQUISITORIA — Bocciati, in ipotesi, i «507» della difesa di Berlusconi, anche prevedendo inevitabili eccezioni, proteste e richieste da parte dei legali, che potrebbero impegnare i lavori per qualche ora, il «rischio» è che l'udienza veda iniziare, prima del termine, la requisitoria del pm Ilda Boccassini. Ma se lo scenario di martedì è ancora incerto, quello di oggi, sempre al processo per la Sme, ma per il troncone principale, è sicuro: la parola va ai difensori di Attilio Pacifico, legale romano già condannato nel procedimento Lodo Mondadori-Imi Sir, accusato anche nella Sme di corruzione in atti giudiziari, per il quale il pm ha chiesto una pena di 11 anni di reclusione. «Ci sarò - preannuncia lo stesso Attilio Pacifico - se non altro per rispetto e in considerazione del lavoro che i miei difensori stanno facendo per me da anni» aggiunge il legale. L'AVVOCATO PACIFICO DOMANI SARÀ IN AULA — «In questi processi - dice Attilio Pacifico - i commenti sono ormai inutili. Succedono cose fuori dal mondo, al punto che non ci sono nemmeno più aggettivi per definire certe decisioni». Un po' Attilio Pacifico se la prende, a proposito del mancato rinvio della discussione finale dei suoi difensori, anche con le altre parti. «È regola tra i penalisti, e da sempre, che a discutere siano prima quelli che hanno una posizione minore nel capo d'imputazione. Mica ce lo siamo inventato noi adesso. Ma vabbè, è andata così» conclude il legale. 20 GIUGNO, DATA CRUCIALE — Oggi l'udienza del processo si aprirà e si conluderà con la discussione dell'avvocato Alfredo Quattrocchi per Pacifico. Ma le conclusioni definitive per il legale romano proseguiranno anche venerdì prossimo, 20 giugno, con l'altro difensore, Francesco Patanè. Ma il condizionale, in questo caso, è d'obbligo. Venerdì scorso,

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