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C'è anche il voto sull'elettrodotto obbligatorio

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Viene chiesta l'abolizione di due norme. La prima è l'articolo 119 di un regio decreto del 1933 il quale stabilì che «ogni proprietario è tenuto a dare passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche aeree e sotterranee che esegua chi ne abbia ottenuto permanentemente o temporaneamente l'autorizzazione dall'autorità competente». La seconda norma è l'articolo 1056 del codice civile in base al quale ogni proprietario è tenuto a dare il passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche in conformità delle leggi vigenti». I sostenitori del «si» hanno lanciato la questione supportandola con l'argomento della pericolosità dell'inquinamento elettromagnetico. Questo può essere gravemente nocivo per la salute e le norme in vigore permettono l'installazione di elettrodotti che, invece di essere interrati, vengono realizzati all'aria aperta con ripercussioni negative per chi vi si trova vicino. Se vincessero i sì, la conseguenza certa sarebbe che il passaggio di un elettrodotto sarebbe più difficile e potrebbe, probabilmente, essere forzata solo con l'esproprio del terreno se il proprietario assolutamente non venisse a un accordo. Quindi si avrebbe maggiore perdita di tempo e maggiore esborso di denaro. I contrari dicono dal canto loro che se le norme vigenti venissero abrogate si rischierebbe di non poter fornire di elettricità vaste zone: i proprietari, non più obbligati a far passare i cavi, potrebbero contrattare l'eventuale concessione ottenendo prezzi molto più alti del normale mercato, e ne conseguirebbe anche in definitiva l'aumento delle bollette elettriche. In questa diatriba, che ha pur essa un valore politico ma molto meno scottante di quella sulle tutele contro i licenziamenti senza giusta causa, invitano a votare «sì» Verdi, Prc, Correntone Ds e associazioni di cittadini e di consumatori, mentre è orientata per il «no» o per l'astensione la maggior parte delle altre forze politiche. In particolare, la Cdl è per il «no» mentre Margherita e maggioranza dei Ds sono per astenersi. I contrari di entrambi gli schieramenti politici comunque sono motivati tutto dalla convinzione che sia necessario potenziare la rete per far fronte alla domanda di elettricità in costante crescita. Per il sì, peraltro, si sono espresse alcune associazioni della proprietà edilizia come l'Asspi e la Confedilizia, in nome della difesa del patrimonio immobiliare. Non si è schierato invece il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli (An) il quale preferisce non dare «indicazioni di voto» ma sottolinea la necessità di «fornire la massima informazione». Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, l'esposizione prolungata (come per chi abita molto vicino a quelle linee, per esempio) ai campi elettromagnetici a bassa frequenza potrebbe provocare 2,5 casi di leucemia infantile in più l'anno. L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha classificato come «forse cancerogeni per l'uomo» ma l'Organizzazione Mondiale della sanità sottolinea «la possibilità che vi siano altre spiegazioni per l'associazione osservata tra l'esposizione a questi campi e la leucemia». D. T.

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