Il premier indagato. «Tornano tempi bui»
La notizia è trapelata dopo che al ministero di Giustizia è arrivata dalla Procura una richiesta di assistenza per una rogatoria internazionale indirizzata agli Stati Uniti dove, secondo i sostituti procuratori Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, titolari dell'inchiesta, si troverebbe la documentazione che testimonia la compravendita di diritti avvenuta tra il 1994 e il 1996. Entro trenta giorni è attesa la risposta del ministro Castelli. La notizia ha suscitato la reazione polemica di Fininvest e Mediaset: «Ci sembra di essere tornati di colpo ai tempi più bui di Mani Pulite» si legge in una nota, in cui si definisce la vicenda «già ampiamente chiarita» e basata «su presupposti inconsistenti» tanto da far ritenere che «fosse proprio il coinvolgimento di Berlusconi il vero obiettivo, fin dall'inizio, dell'inchiesta milanese». Al presidente del Consiglio viene contestata l'ipotesi di reato di frode fiscale e falso in bilancio in relazione ai fondi che sarebbero stati costituiti nel passaggio di proprietà dei diritti di film dalle major statunitensi alla Fininvest attraverso la mediazione di Century One e Universal One, due società off shore del Gruppo. Compaiono anche i nomi di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, di Candia Camaggi e Giorgio Vanoni, ex dirigenti della Fininvest, dell'avvocato inglese David Mills e del banchiere svizzero Paolo Del Bue, quest'ultimo accusato di riciclaggio e che ieri si è difeso definendo «ridicoli e infondati» gli addebiti che gli vengono mossi dalla Procura. Secondo i magistrati milanesi, Silvio Berlusconi sarebbe stato il regista della triangolazione che avrebbe permesso la realizzazione di un risparmio illecito di 170 milioni di Euro, operazione resa possibile retrodatando l'acquisto dei diritti cinematografici dal 1995 al 1994 per rientrare nei parametri richiesti dalla legge Tremonti. «Mediaset ha dimostrato l'assoluta correttezza delle operazioni effettuate» ha replicato ieri il Gruppo, facendo riferimento alla perizia effettuata nel 1996 dalla società di revisione Kagan World Media in occasione del collocamento del titolo in Borsa: i prezzi pagati erano addirittura inferiori a quelli di mercato. Questa vicenda «è una straordinaria coincidenza» afferma Nicolò Ghedini, legale del premier e deputato di Fi, il quale precisa che Berlusconi aveva firmato l'ultimo bilancio nell'ambito societario nel '92 e quindi «si dovrebbe ipotizzare un concorso esterno e se è così siamo veramente alla notte della giustizia». Poi aggiunge che «le operazioni che vengono contestate sono state certificate dalle massime società mondiali del settore sulla congruità e correttezza». Infine osserva che «Berlusconi non era assolutamente più nulla nell'ambito societario avendo cessato le cariche nel '93 e avendo firmato l'ultimo bilancio nel '92. Quindi si dovrebbe ipotizzare un concorso esterno. Siamo veramente alla notte della giustizia».