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«Come nel '94, avviso a mezzo stampa»

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Mossa alla vigilia di un importante appuntamento internazionale

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Molti esponenti della Casa delle Libertà hanno parlato di «giustizia ad orologeria» che ricorda l'episodio del 1994 quando Berlusconi ricevette un avviso di garanzia mentre presiedeva a Napoli un vertice internazionale. Tra meno di un mese, fa presente la maggioranza, inizia il semestre italiano di presidenza europea ed ecco che dalla Procura di Milano arriva un altro avviso di garanzia. Il ministro della Giustizia Roberto Castelli, interpellato dai giornalisti, ha evitato ogni polemica limitandosi a precisare di aver sempre autorizzato le rogatorie chieste dai giudici di Milano nei confronti di Berlusconi. Sul caso specifico non si è pronunciato: la magistratura è autonoma e non conosco questa vicenda giudiziaria, ha detto. Altri esponenti della Cdl hanno invece attaccato gli inquirenti milanesi. «Non hanno il senso del ridicolo», ha affermato il ministro Rocco Buttiglione ricordando che sono ormai 26 le inchieste a carico del presidente del consiglio. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi ha invece sottolineato che Antonio Di Pietro si è «vantato» di essere stato lui con un esposto a dare il via a questa nuova inchiesta. E questo, secondo Giovanardi, confermerebbe che Di Pietro è stato «un pessimo magistrato che voleva fare il politico» ed oggi «è un pessimo politico che tenta di rimanere a galla facendo tintinnare le manette». Di Pietro ha confermato di essere l'autore dell'esposto ed ha aggiunto che le indagini su Mediaste non devono sorprendere nessuno perchè «partono da lontano e non si stanno facendo solo in Italia». Siamo di fronte ad un nuovo «atto persecutorio», ha commentato il presidente della commissione giustizia Gaetano Pecorella che ha anche confermato che mercoledì o al massimo giovedì la Camera approverà il lodo Maccanico che blocca i processi a carico dei massimi vertici dello Stato. Il Centrodestra, come ha fatto l'on. Francesco Nitto Palma (Fi), accusa i giudici di Milano di aver scatenato una «guerra privata» contro Berlusconi. «Siamo alla notte della giustizia», ha affermato Niccolò Ghiaini, se è vero che la notizia dell'avviso di garanzia, come nel '94, è stata data prima alla stampa. «Milano continua, vuole di più», è il commento di Giuseppe Gargani. «Ancora una volta una iniziativa giudiziaria inopportuna, se non strumentale, da parte dei pm milanesi nei confronti del presidente del Consiglio», afferma Sergio Cola, di An, secondo il quale «definire sospetta l'informazione di garanzia notificata ieri a Berlusconi è, forse, un eufemismo: perché i fatti risalenti agli anni '92-'94, se costituenti reato, sarebbero da dichiarare estinti per prescrizione, onde la inutilità della iniziativa giudiziaria che difficilmente un pm assume in casi analoghi». «Il secondo motivo di sospetto - aggiunge - è costituito dalla tempistica: Berlusconi nuovamente indagato alla vigilia del semestre di presidenza italiana in Europa. L'analogia con l'avviso di garanzia notificato a Berlusconi nel 1994 a Napoli, mentre presiedeva la Conferenza mondiale contro la criminalità organizzata, appare scontata». Gianfranco Rotondi dell'Udc invita a varare subito una riforma «seria» della giustizia ed anche una commissione parlamentare di inchiesta sull'uso politico della giustizia.

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