Bossi scarica tutta la crisi su Berlusconi

Il premier, dice il leader del Carroccio e ministro per le Riforme, «ha la forza per fare rispettare i patti che hanno portato alla nascita della coalizione e per imporre i tempi al calendario delle riforme». Affiancato da Maroni (che l'altro ieri ha chiesto di sapere che deve fare sulla riforma delle pensioni), da Castelli, da Speroni e da Calderoli, al termine della riunione a Milano, Bossi chiede l'attuazione del programma riformistico della Cdl che comprende la devoluzione, alla quale far seguire il «federalismo completo. Io ho già disegnato - dice - uno schema che prevede due opzioni: o il semipresidenzialismo alla francese o il premierato». A seguire ci sono il Senato delle Regioni e la riforma della Corte Costituzionale. Sull'attuazione completa della Bossi-Fini sull' immigrazione, oltre che sulla legge contro la prostituzione e la pornografia, il ministro delle Riforme. Insiste parecchio: «La cosa più urgente che la Lega chiede è il regolamento di attuazione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Legge che prevede l'ingresso in Italia solo per chi ha un contratto di lavoro». «Se dopo un anno - lamenta - non c'è ancora il regolamento, vuol dire che ci sono precise responsabilità di chi mira a far saltare la Bossi-Fini. Il prossimo consiglio dei ministri se ne deve occupare». Quindi la riforma del tribunale dei minori, l'abolizione dei reati d'opinione rimasti, gli interventi a sostegno della famiglia. E ci sono anche in aggiunta la vecchia questione delle Fondazioni bancarie «i soldi sono qui in Lombardia dobbiamo stare attenti che non vada in malora un patrimonio» e quella della difesa dei servizi pubblici «non pensiamo che sia possibile privatizzare l'acqua potabile, come vorrebbe l'Europa, dopo che ci sono voluti anni per portarla nelle case di tutti». Confermata la saldezza dell'alleanza con Tremonti: «Penso che Tremonti sia il ministro del tesoro più bravo che c'è in Europa, penso che Tremonti sia insostituibile» Ma quanto la Lega pensa che ci vorrà per analizzare tutti questi argomenti? «Lasciamo a Berlusconi un tempo congruo, diciamo una quindicina di giorni», durante i quali la Lega continuerà a comportarsi normalmente nel Governo. Il termine di quindici giorni sembra però non essere un ultimatum. «Ci siamo riuniti dopo le polemiche scoppiate nei giorni scorsi, polemiche che sono coincise con il voto amministrativo - spiega Bossi - ma che in realtà dipendevano dall'iter della Devolution in cui è comparso quel principio dell'interesse nazionale che, se fosse messo a cappello, svuoterebbe la devoluzione. Io non lo accetterò mai, l'ho detto a Berlusconi». Poi polemizza con Fini. «C'è la questione che Fini ha certo di trasformare il pacco alle amministrative in un pacco politico - aggiunge il leader del Carroccio - ed è venuta fuori quella storia che la Lega avrebbe fatto perdere a Roma per via del federalismo... Ma scherziamo? Il federalismo è nel patto che ha dato vita al Governo! Quindi si trattava di ricordare la road map che ha portato alla nascita della Cdl. Lo abbiamo fatto e adesso coinvolgiamo Berlusconi nelle riforme». «Nella Cdl - afferma - ci sono partiti che hanno sensibilità diverse e c'è anche una questione nord-sud. Berlusconi è la cerniera che salda insieme chi difende gli interessi del nord e chi quelli del sud. Berlusconi ha dalla sua la forza per dare gli ordini e se fallisce lui la coalizione torna a casa». E se di crisi si parla, questa parola «non è legata alla posizione della Lega» e «non è grave ma neppure da prendere sottogamba: Berlusconi deve gestirla bene. Il leader del resto ha in mano il destino della coalizione, il capo è lui», che deve «darci il calendario delle riforme: lui - insiste - è il leader, lui il moltiplicatore del consenso, lui ha la forza per ricordare agli altri il rispetto dei patti elettorali». Nell