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La destra chiede di contare di più La Russa coordinatore, ma c'è uno stop

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Preferisce rinviare tutto. Non trova un accordo al suo interno sul rimpasto, un'eventualità che peraltro non convince del tutto Gianfranco Fini. Dopo nove ore (in due tempi) di riunione dell'esecutivo del partito, il leader più volte interviene per spiegare, smussare, far ragionare i suoi. Alla fine il suo pensiero è sostanzialmente questo: non è il momento per fare un rimpasto, non ci sono ancora tempi maturi. In conferenza stampa Fini dice che «è una decisione che spetta al presidente del Consiglio». Poi si barcamena e dice che da un lato «non sarà An a chiederlo» ma comunque «non sarebbe un'eventualità da bollare come nefasta». E sottolinea che «siamo a venti giorni dal semestre europeo». Il partito è diviso, in maniera si potrebbe riassumere, semplificando, così: Destra sociale (Storace e Alemanno) vuole sostituire qualche ministro, Destra protagonista (Gasparri e La Russa) no, Nuova Alleanza (Urso e Matteoli) media. Anche tra i non allineati, spalleggiati da Briguglio, c'è chi insiste per rivedere la squadra di governo. Matteoli se la prende apertamente con Tremonti, ma non ne fa mai il nome. Menia dice che il problema non sono i nomi ma i ministeri: «Non abbiamo un dicastero di serie A». Dunque, divisi non si va da nessuna parte. E Fini fa capire che non gli dispiacerebbe sostituire qualche ministro ma si rende conto che non è il momento per chiederlo, avverte che il momento politico è prematuro. Provocando una sorta di affettuoso scontro con Francesco Storace, il quale ad un certo punto tuona: «O il Governo cambia e anche tu assumi le redini di settori vitali oppure, pur restando leale con il Governo, torni al partito. Allora sì che An avrà davvero una guida». Poi si dichiara persino pronto ad tornare a votare nella Regione Lazio. E sarà poi questo il senso del comunicato finale, con il quale la destra si limita a chiedere di contare di più all'interno del governo. An - dice il vicepremier leggendo la nota ufficiale - ha individuato nella maggiore collegialità dell'azione di governo e nella centralità della presidenza e della vicepresidenza del Consiglio, il presupposto indispensabile per soddisfare tre priorità: l'avvio di una nuova fase di sviluppo economico e di competitività anche attraverso le potenzialità del meridione e dell'intero sistema Italia». Seconda priorità sono famiglia, sanità, casa, sicurezza e legalità. Terzo punto dell'agenda di governo, sono le riforme istituzionali. In attesa di un eventuale rimpasto di governo, An si potrebbe accontentare di un rimpastino interno. La Russa si è detto pronto ad accettare la carica di coordinatore unico, ma la destra sociale sostiene che dovrebbe dimettersi da capogruppo alla Camera: al suo posto vorrebbe Pasquale Viespoli.

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