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Sulla riforma del lavoro la Cgil annuncia la mobilitazione

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Nel caso della riforma cosiddetta Biagi la Cgil è pronta alla lotta solitaria, ma sul tema delle pensioni i tre maggiori sindacati, Cgil, Cisl e Uil, marciano uniti. In entrambi i casi c'è aria di sciopero. Epifani è stato chiaro: la Cgil pensa a «una riforma che allarghi i diritti e renda i lavoratori più uguali». A suo dire, il decreto legislativo di riforma del mercato del lavoro non «aiuta la crescita economica nè lo sviluppo. Credo che quello che aiuta la crescita sia altro e penso che questi provvedimento rendano un pò più debole la condizione di chi lavora. È il motivo di fondo per cui non siamo d'accordo con questa legge e con le flessibilità che, quando l'economia ristagna, diventano pura precarietà». La Cgil si prepara dunque alle consuete forme di mobilitazione, come le assemblee nei luoghi di lavoro, per terminare con uno sciopero generale di due ore. Epifani ha attaccato frontalmente la politica economica del governo: «Il Paese si è fermato e la cosa più incredibile è che questo rischio del declino non diventa ancora senso comune tra le imprese e in un Governo che non vuole o non può accorgersene, come dimostra l'invito di Berlusconi a lavorare di più e scioperare di meno. Il problema vero è come investire in qualità, come insegna il caso Fiat». Per Epifani anche il Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, «si è accorto che la Cgil aveva ragione», mentre il presidente di Confindustria Antonio D'Amato «non capisce i problemi aperti dalla competitività». Diverso il discorso sulle pensioni. Le esternazioni di Silvio Berlusconi della scorsa settimana hanno messo a soqquadro la maggioranza: tutto nasce dalla possibilità di inserire i disincentivi, che non sono presenti nella legge delega in discussione in Parlamento: la posizione del centrodestra sarà uno dei temi della verifica che sta per partire. Dal canto loro i sindacati vigilano: «Siamo alla terza riforma sulle pensioni, bisognerebbe smetterla - ha ribadito il numero uno della Cisl, Savino Pezzotta - i disincentivi sono sbagliati perchè non affrontano il problema, abbiamo fatto una controproposta precisa, ora il governo ci risponda». E fa sapere Epifani che «se il governo andasse avanti sulla delega senza accettare le nostre proposte si dovrà trovare una risposta di lotta e di sciopero unitario». Sal. Nap.

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