Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il centrosinistra esce da questa tornata con una Regione, una Provincia e un Comune in più

default_image

  • a
  • a
  • a

E vince anche, seppur di misura, nei ballottaggi per le Comunali e le Provinciali. Ma quel tanto che basta per far esultare i vertici dell'Ulivo come se avessero rinconquistato il governo del Paese e come se Berlusconi si fosse ritirato dalla politica. In realtà il successo è evidente ma inferiore a quanto sbandierato. L'Ulivo è riuscito a strappare due comuni (Pescara e Ragusa, mentre s'è riconfermato a Brescia) alla Cdl che a sua volta ne ha tolto uno agli avversari (Sondrio, con riconferme a Vicenza e Treviso). Il risultato finale tra primo e secondo turno è di 5 a 4 per il centrosinistra. Tutte riconferme nei ballottaggi delle Provinciali. Nei due turni, l'unico successo di rilievo è quello di Roma. Risultato finale è 7 a 5 per il centrosinistra. Vittoria di misura, dunque. Ma vittoria chiara, netta e soprattutto nei centri più importanti. In quest'ultima tornata di domenica e lunedì a far rumore è soprattutto il dato friulano: il candidato dell'Ulivo, l'ex sindaco di Trieste Riccardo Illy, ha vinto con il 55,7 per cento dei voti sconfiggendo Alessandra Guerra della Cdl (41%) la cui candidatura è stata imposta da Umberto Bossi contro il volere di una parte di Forza Italia che si è ribellata. Il successo del Centrosinistra è innegabile e nello spoglio nel due coalizioni sono sostanzialmente appaiate. E i Ds potrebbero diventare primo partito della Regione. Il fatto che il candidato provenisse dalle fila della Lega mette sotto accusa il suo leader Umberto Bossi. Che replica, come suo solito, attaccando: la sconfitta, afferma, è «un segnale che le riforme devono essere fatte», perché «la gente ha avuto la sensazione che non è stato fatto abbastanza». E se la Cdl ha perso, è la sua spiegazione, è perché la coalizione è divisa. Bossi, nel ricordare che sono stati eletti quattro sindaci leghisti, fa presente che «quando la Lega va da sola, vince». Ed ha difeso Alessandra Guerra che ha perso, ha affermato, anche perché «non aveva neppure un giornale che l'appoggiasse». «Vittoria che non si può traslare a livello nazionale», aggiunge il capo di gabinetto di Bossi, Francesco Speroni. Ad ammettere invece che la sconfitta è stata pesante è stato il commissario di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia, Roberto Rosso. A suo parere gli elettori hanno votato per Riccardo Illy non per scelta politica, ma vedendo in lui una sorta di «amministratore delegato». E questo, ha aggiunto, significa che «il governo esce rafforzato da queste elezioni perché gli italiani continueranno a preferire Berlusconi quale amministratore delegato del Paese che non Rutelli». A non risparmiare critiche è però Ferruccio Saro, dissidente di Forza Italia che si è presentato candidato in alternativa ad Alessandra Guerra. È stato un grave errore, ha affermato, candidare la Guerra al posto di Renzo Tondo, presidente uscente di Forza Italia. Ed il voto, sempre secondo Saro, rappresenta anche la sconfitta dell'«asse Bossi-Tremonti». Il centrosinistra contesta le dichiarazioni del commissario di Forza Italia Roberto Rosso che nel voto del Friuli ha visto una vittoria di Berlusconi. «Ha bevuto qualche bicchiere di "rosso" in più», ha commentato Claudio del Medico Fasano, presidente dei Verdi di Udine. Questo, per il capogruppo Ds uscente al consiglio regionale, Alessandro Tesini, sarà «il colpo di grazia per la Cdl». Ma in generale l'Ulivo si gode e parla attraverso tutti i suoi leader di «vittoria travolgente» di «rapporto incrinato tra Cdl e Paese» e comunque dell'inizio della fine del centrodestra. Comincia seriamente a pensare a come esportare il modello Illy (Ulivo+Prc+Di Pietro) a livello nazionale.

Dai blog