di FRANCESCO DI MIERO PESCARA - La coalizione di centrosinistra (Ulivo più Rifondazione ...
Luciano D'Alfonso, 38 anni, consigliere regionale della Margherita e già presidente della Provincia, è il nuovo sindaco. Ha vinto con il 53,48% (41.569 voti) contro il 46,52% (36.157 voti) del candidato della Casa delle Libertà, Carlo Masci. Nell'arco di due settimane il centrosinistra è riuscito a rovesciare i rapporti di forza che al primo turno avevano visto in vantaggio Masci per poco meno di 800 voti e le liste della Casa delle Libertà riportare complessivamente il 50,6% dei consensi. La vittoria di D'Alfonso è stata comunque netta. Il previsto astensionismo ha sicuramente penalizzato il candidato della Casa delle Libertà, ma le cifre parlano chiaro. Al ballottagggio hanno votato 78.806 pescaresi (73,35%), 5.830 in meno rispetto al primo turno. Ebbene, se tutti coloro che non si sono recati alle urne, avvessero invece votato per Masci, questi non avrebbe potuto comunque raggiungere D'Alfonso che ora lo ha distanziato di oltre 5.000 voti. Al primo turno il candidato del centrodestra aveva ottenuto 39.312 voti (48,1%9 contro i 38.534 (47,1%) di D'Alfonso. Indubbiamente la coalizione di centrosinistra si è avvantaggiata dell'apparentamento con due liste civiche (Teodoro e Semper Fidelis Luci) e con il Nuovo Psi accreditati complessivamente al primo turno di poco meno di 4.000 voti. Sulla sconfitta della Casa delle Libertà hanno sicuramente pesato le divisioni interne che, manifestatesi con particolare asprezza prima delle formazione delle liste e dell'apertura della campagna elettorale, sono rimaste nonostante un'unità di natura più formale che sostanziale. Su Carlo Masci, assessore comunale per nove anni e leader della lista civica «Pescara Futura», aveva puntato subito Forza Italia indicandolo come candidato sindaco. Gli altri partiti della coalizione però si erano opposti a tale candidatura formando addirittura una sub-coalizione di cui facevano parte, tra l'altro, Alleanza Nazionale e Udc. A Masci era stato contrapposto il vice sindaco uscente, Gian Franco D'Ascanio (An), ma in realtà alla candidatura a primo cittadino di Pescara aspirava il leader abruzzese di An, on. Nino Sospiri, sottosegretario alle attività produttive. Quando il parlamentare pescarese si propose ufficialmente per capeggiare la Casa delle Libertà ottenne un netto rifiuto dai vertici nazionali di Forza Italia. La spuntò dunque Carlo Masci, ma il seme della divisione e del risentimento aveva ormai attecchito per manifestarsi al primo turno e ancor più al ballottaggio. I primi segnali si erano avuti il 25 e 26 maggio: in diversi seggi si erano registrati parecchi voti disgiunti, vale a dire a favore di aspiranti consiglieri comunali della Casa delle Libertà con preferenza nelle stesse schede per D'Alfonso invece che per Masci. Nelle due settimane precedenti il ballottaggio il centrosinistra è apparso quanto mai unito e motivato attorno al nome di D'Alfonso, mentre si è avuta la sensazione che all'interno del centrodestra non albergasse uguale compattezza. Solo durante il comizio di chiusura di Silvio Berlusconi in piazza Salotto si sono ritrovati tutti i leader dei vari partiti e movimenti della coalizione. Sindaco di centrosinistra, dunque, a Pescara ma per D'Alfonso non sarà certo facile amministrare. I voti riportati al primo turno conferiscono al centrodestra con il 50,6% dei consensi 20 consiglieri su 40 (addirittura 21 secondo alcuni giuristi). È il caso della cosiddetta «anatra zoppa», vale a dire sindaco senza maggioranza. Prevedibili ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. Ma l'Ulivo confida in qualche passaggio di casacca così come è avvenuto, prima e durante la campagna elettorale. Ballottaggio ieri anche a Scanno, centro turistico della provincia aquilana, dove si è tornati a votare perchè al primo turno due dei tre candidati avevano ottenuto lo stesso numero di voti (627). Stavolta ha prevalso Angelo Cotrone (Casa delle Libertà) con il 54,3% nei confronti di Eustachio