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La flessibilità spacca di nuovo i sindacati

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Giudizi morbidi di Pezzotta (Cisl) e Angeletti (Uil): poche cose da rivedere

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A ritrovarsi spaccati sono innanzitutto i sindacati: alla bocciatura del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui i provvedimenti varati non fanno che mettere a rischio dritti e tutele e accentuare un'«iperflessibilità» priva di vantaggi per l'economia, si contrappongono infatti i giudizi più morbidi di Cisl e Uil. Epifani non ha dubbi: la tesi del governo, secondo cui la riforma favorirà ad un tempo l'occupazione e lo sviluppo delle imprese e dell'economia, «è infondata». È vero invece che il mercato del lavoro italiano diventa improvvisamente il più flessibile d'Europa, ma anche «il più deregolamentato, con un forte connotato di precarietà». Il segretario della Cgil avverte dunque i colleghi di Cisl e Uil a «non sottovalutare le politiche del governo», perchè ne potrebbe derivare il rischio di «abbassare le tutele e di spogliare il sindacato delle proprie prerogative contrattuali». Ma quello di Epifani è un invito apparentemente non raccolto. Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, è infatti più ottimista. Il suo giudizio sui decreti è in linea «di massima positivo». A determinarlo è soprattutto la soluzione del problema dei co.co.co, «l'aspetto più preoccupante e peggiore del nostro mercato del lavoro». Per gli altri punti in agenda, Angeletti rimanda al confronto tra le parti sociali. Giudizio sospeso, invece, almeno per il momento, per Savino Pezzotta, segretario della Cisl. Nel decreto, afferma, «ci sono alcune cose che vanno bene e altre che devono ancora essere corrette», ma esprimersi ora è prematuro. «Prima di dare un giudizio definitivo - ribadisce - mi voglio leggere con attenzione tutto il decreto». A difendere la scelta del governo è il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi: la riforma «ha coniugato la flessibilità con la sicurezza e le co.co.co. improprie - assicura - moriranno perchè la definizione di lavoro-progetto è molto rigorosa e la sanzione è l'applicazione del contratto a tempo indeterminato». A favore delle misure anche il commissario Ue alla concorrenza Mario Monti, per il quale è stato fatto «un passo importante nella direzione giusta». Positivi sono anche i commenti di Confartigianato. L'economista di Forza Italia, Renato Brunetta, risponde alle critiche sollevate finora rigirandole al Centrosinistra, colpevole, a suo giudizio, di aver reso precario il mercato del lavoro. Critiche le voci che arrivano dall'opposizione. Il segretario dei Ds, Piero Fassino, avverte che la scelta di rendere il lavoro più flessibile non si traduca «in maggiore precarietà esistenziale» per i lavoratori. Mentre per Pietro Folena, esponente del correntone, «la destra ha nei fatti smantellato quasi ogni tutela e diritto».

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