di ELVIO SARROCCO COFFERATI prende tempo e soltanto nei prossimi giorni scioglierà la ...

Le diverse perplessità sorte sul suo nome lo hanno colto di sorpresa. «Non lo avrei mai immaginato», ha affermato in una dichiarazione, e «non avrei pensato che l'affetto che provo per una città e per la sua comunità unito al desiderio di contribuire ad un positivo risultato per l'Ulivo potesse produrre così tanti problemi e divisioni». Perciò, ha concluso l'ex leader della Cgil, «prendo atto dell'anomala situazione che si è determinata, la valuterò e risponderò nei prossimi giorni alla proposta». A non salutare con entusiasmo la candidatura di Sergio Cofferati a sindaco di Bologna nelle elezioni del 2004 sono stati i rappresentanti della Margherita e dello Sdi, che si sono astenuti, ed i Verdi che si sono spaccati. Pieno consenso invece dai Ds, Pdci, Udeur e dipietristi. Ieri il segretario diessino Piero Fassino ha dato il suo via libera: «Condivido ed appoggio» la scelta del centrosinistra bolognese, ha affermato al convegno dei giovani industriali di Santa Margherita ligure, perchè questo consentirà alla coalizione di avvalersi «di una personalità forte ed autorevole». Fassino si è detto convinto che Cofferati nel costruire il suo programma saprà raccogliere un vastissimo consenso superando senza difficoltà «qualche distinguo di merito». L'Ulivo attende quindi la decisione del probabile candidato a sindaco di Bologna che dovrà sfidare il sindaco uscente Giorgio Guazzaloca della Cdl. A nome dei Ds anche il coordinatore della segreteria Vannino Chiti si è augurato che Cofferati scelga il sì. Chiti ha definito legittimo il desiderio di Cofferati «di capire meglio» perchè da Bologna sono usciti anche dei «distinguo». La Margherita ha intanto precisato che con la sua astensione ha voluto contestare il metodo usato per scegliere Cofferati senza un pronunciamento reale dell'assemblea bolognese. Il partito di Rutelli aveva due candidati alternativi: Vittorio Prodi, presidente della Provincia e fratello di Romano, e Flavio Delbono, economista e vice presidente della regione. Le perplessità, hanno precisato sia il capogruppo dei deputati della Margherita Pierluigi Castagnetti che il segretario dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, sono sul metodo e non sulla persona. Pecoraro Scanio ha attaccato i Ds denunciando la loro «arroganza» per aver voluto imporre la candidatura di Cofferati «come se si trattasse di un problema di partito». Il leader dello Sdi Enrico Boselli per ora non si pronuncia, in attesa della decisione che sarà presa dal partito. Ma cosa c'entra «un lombardo con la città di Bologna?», si chiede il ministro per l'agricoltura Gianni Alemanno, convinto che la candidatura di Cofferati sarà un «progetto perdente». Una «candidatura ideologica», per il vice ministro Adolfo Urso. Speriamo, è l'auspicio del portavoce di Forza Italia Sandro Bondi, che «non voglia fare di Bologna ciò che ha fatto della Cgil».