Immunità, l'Ulivo minaccia il referendum
I Ds sono divisi e nella Margherita aumentano le perplessità. Ad essere convinti invece dell'utilità di questa iniziativa sono i Verdi, il Pdci, Prc ed Antonio Di Pietro. La Casa delle Libertà non teme un eventuale ricorso all'arma del referendum contro il cosiddetto «lodo Maccanico». Non ci preoccupa «nella maniera più assoluta», ha affermato il capogruppo dei senatori di Forza Italia Renato Schifani. Il quale, però, non crede che alla fine l'opposizione deciderà di chiedere una consultazione popolare. La decisione dell'Ulivo di non ricorrere all'ostruzionismo al Senato contro la legge che prevede la sospensione dei processi per «i 5 Presidenti» (Capo dello Stato, premier, presidenti delle due Camere e della Consulta), ha creato un certo ottimismo nella maggioranza in vista della discussione alla Camera che comincerà la prossima settimana. L'opposizione, secondo il deputato di Forza Italia Francesco Nitto Palma, ex magistrato, ha dovuto «calmierare i girotondini di turno». Anche perchè, sostiene Nitto Palma, questa legge è indispensabile per impedire che le iniziative giudiziarie «possano ferire la stabilità delle istituzioni». Sul referendum abrogativo l'Ulivo non ha una posizione unica. Piero Fassino (Ds) è molto freddo. Sulla raccolta delle firme «ci si ragionerà», ha detto ai giornalisti, aggiungendo che a suo parere non bisogna «centrare l'agenda del Paese solo sulla giustizia». «Non serve un referendum - ha concluso - per capire che gli italiani sono contro i privilegi». Se però fosse approvata anche la legge sull'immunità per tutti i parlamentari, è intervenuto il coordinatore della segreteria Ds Vannino Chiti, «in questo caso la possibilità di un referendum diventerebbe molto più concreta». A premere per la raccolta immediata delle firme è invece Gloria Buffo esponente della minoranza diessina, per la quale bisogna «rompere gli indugi». Nell'Ulivo aumentano le voci in dissenso sul lodo Maccanico. Dopo quelle dell'Udeur e dello Sdi, che al Senato non hanno votato prendendo così le distanze dal no dell'Ulivo, si è levata anche la voce del presidente del comitato di controllo sui servizi segreti, Enzo Bianco della Margherita. Il Centrosinistra, è la sua opinione, alla Camera deve dire sì alla sospensione dei processi, «anche se sarebbe stato meglio approvarla per via costituzionale» e non ordinaria. Non si placa la polemica tra il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro e la Casa delle Libertà. «Non rispettano nè la Costituzione, nè Ciampi», ha accusato Scalfaro che giovedì al Senato era stato chiamato in causa da Schifani (Forza Italia) per lo scandalo del Sisde. Certamente, gli ha replicato ieri lo stesso Schifani, Scalfaro non è mai stato indagato e l'inchiesta è stata archiviata. Ma il Tribunale, nell'escludere che sia stato commesso un reato, ha espresso «forti perplessita» sulla «correttezza» dell'elargizione da parte del Sisde all'allora ministro dell'Interno Scalfaro di 350 milioni di lire «due giorni prima della scadenza del suo incarico».