Convenzione, un compromesso che piace
Dopo giorni di incertezza, l'altra notte a Bruxelles è stato raggiunto un compromesso per la bozza finale della Convenzione europea. La conferma del superpresidente stabile del Consiglio europeo, la fine delle rotazioni semestrali delle presidenze dell'Ue, la riduzione dei membri della Commissione sono i principali punti approvati. «Si tratta di una base del consenso finale» è stata la reazione del presidente della Convenzione, Valery Giscard d'Estaing, e del suo vice, Giuliano Amato. «Il dibattito dei giorni scorsi è servito a svegliare le coscienze» ha dichiarato il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi. «La proposta di Giscard e Amato è innovatrice e ha scongiurato il rischio di un fallimento» ha esultato il vicepremier Gianfranco Fini. Per Lamberto Dini, delegato del Parlamento italiano, «può emergere una maggioranza solida». Solo una voce stonata nel coro gioioso. Quella della Spagna. «Non ho dato il mio consenso a questa soluzione» ha detto Alfondo Dastis, delegato supplente del governo di Madrid, per il quale la «doppia maggioranza» che dovrebbe entrare in vigore fra il 2009 e il 2011 introduce «un rapporto squilibrato fra le istituzioni». Nonostante qualche mugugno, la bozza viaggia adesso in acque più tranquille, anche se dovrà passare attraverso il vaglio del vertice europeo di Salonicco (20-21 giugno), della Conferenza intergovernativa del prossimo autunno e delle ratifiche. LE NOVITÀ - I punti cruciali della bozza sono l'introduzione del voto a maggioranza e del presidente europeo in carica per due anni e mezzo. La fine del diritto di veto di ogni singolo Stato, che attualmente paralizza l'Unione, invece, non è dietro l'angolo: il voto a maggioranza diventerà realtà solo nel 2009 e con un sistema complesso di «doppia maggioranza». In pratica, per essere approvato un provvedimento dovrà ottenere i voti della metà più uno degli Stati membri, ma anche quello dei tre quinti della popolazione. Questo per impedire a una maggioranza di Stati piccoli di imporsi sui più popolosi, ma per evitare anche la situazione opposta, che avrebbe troppo penalizzato l'indipendenza dei membri minori della Ue. Il presidente del Consiglio europeo «lungo», in carica per due anni e mezzo, arriverà nel 2006, e guiderà il Consiglio in quattro vertici annuali. Invece la Commissione europea verrà rinnovata con il vecchio sistema del Tattato di Nizza, per dare modo ai nuovi Paesi membri di ottenere un loro commissario almeno nel primo periodo dopo l'adesione, e cambierà invece a sua volta nel 2009. L'APPELLO DI CIAMPI - «Il semestre europeo a guida italiana sarà coerente con lo spirito europeista che da sempre anima il nostro popolo. E la Convenzione Ue saprà essere coraggiosa e lungimirante nella costruzione della nuova Europa a 25». Lo ha assicurato il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. LA RICHIESTA DI BERLUSCONI - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha affermato che «la richiesta, avanzata da più parti, di indicare esplicitamente nel preambolo della Carta costituzionale europea le radici ebraico-cristiane quale fondamento spirituale dell'identità europea non è una pretesa retorica, quanto l'espressione di un preciso, sostanziale senso di responsabilità storica».