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Guerra e Illy, caccia agli elettori

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Terzo incomodo Saro, espulso da FI per aver fatto una lista propria

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Riccardo Illy (centrosinistra) in dibattiti con le categorie economiche; Ferruccio Saro (Libertà e autonomia), nel ruolo di terzo incomodo, concentrato sulla «politica» per far capire agli elettori «che l'indipendenza della regione è un valore inestimabile». Nei prossimi giorni a dare man forte alla candidata della Cdl arriveranno anche il premier Silvio Berlusconi, il suo vice Gianfranco Fini, Umberto Bossi. Per l'uomo del centrosinistra invece si spenderanno fra gli altri Francesco Rutelli e Massimo D'Alema (un «raid» nella regione è già stato compiuto la settimana scorsa dal leader dei Ds Fassino). Come sempre, da quando la partita elettorale è sostanzialmente bipolare, per vincere bisogna centrare l'obiettivo di persuadere gli indecisi. Questi, secondo un ultimo sondaggio, sarebbero intorno al 15% dell'elettorato. «Per questo ho deciso di stare tra la gente - ha spiegato Guerra - perché alla fine il contatto diretto conta più di ogni altra cosa. Ho scelto questa strategia anche per evitare inutili polemiche. Non voglio infatti abusare della mia carica istituzionale per fare campagna elettorale». Ieri Guerra è stata a Lignano (Udine) e Grado (Gorizia): le due più importanti località balneari della regione, dove ha avuto modo di incontrare migliaia di elettori. «Una sensazione bellissima - commenta - perché il contatto diretto dà una emozione brillante. A tutti ho spiegato i punti principali del mio programma e di come governerò la regione in caso di vittoria». In attesa degli interventi di Berlusconi e Bossi, oggi arriva nella regione Fini per una serie di incontri politico-elettorali. A Trieste avrà un incontro sui problemi del porto, a Udine incontrerà le categorie economiche. Poi si trasferirà a Tolmezzo per un incontro a Palazzo Frisacco e per una visita alla cartiera Burgo. Successivamente, ancora a Udine, sarà con il candidato sindaco di An, Daniele Franz, e nel pomeriggio terrà un comizio in piazza. Infine, manifestazione a Trieste nel più simbolico dei luoghi: piazza Unità d'Italia. Qualche danno al centrodestra può venire dall'impegno di Saro, espulso da Forza Italia per aver scelto di candidarsi a governatore con una propria lista, e che sembra avere il dente avvelenato: «La mia testa è stata chiesta dal duo Bossi-Tremonti - dichiara - una coppia pericolosa per la democrazia italiana». E afferma che la sua battaglia è sia per il centrodestra sia per il centrosinistra, per la «democrazia contro tutti i leninismi ancora esistenti». E Illy? L'ex sindaco di Trieste ieri ha partecipato alla cerimonia del 2 giugno a Redipuglia (Gorizia), unico parlamentare presente. Reduce da una serie di incontri con le categorie economiche del Goriziano e del Cormonese, Illy sente di potercela fare e sta attento a non fare passi falsi. L'altro ieri il leader della Quercia, Piero Fassino, lo ha promosso in tutti i comizi tenuti in Friuli. «È un candidato credibile perchè ha un programma che può realizzare. Ma - ha ammonito il segretario diessino - gli manca ancora l'ultimo miglio». Ieri il senatore Nicola Mancino, della Margherita, in una serie di incontri elettorali in provincia di Udine e Gorizia, ha sottolineato «il significato politico del voto regionale in Friuli-Venezia Giulia, che potrà confermare un trend positivo per il centrosinistra, già evidenziato - ha detto - in molti dei comuni e delle province in cui si è votato nella prima tornata delle elezioni amministrative». Sostenuto che oggi il governo italiano in politica estera «non è affidabile per i nostri interlocutori, perché trascura la posizione tradizionale», ha detto che «per costruire l'Europa c'è bisogno di un ruolo attivo dell'Italia, di iniziative diplomatiche capaci di utilizzare anche la Convenzione europea in direzione del rafforzamento delle ragioni dell'integrazione».

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