«El Alamein costruì la pace in Europa»
Sono i ragazzi di El Alamein, gli oltre cinque mila soldati e ufficiali italiani che hanno sacrificato la propria vita nel deserto egiziano, in una cruenta lotta fratricida tra coetanei inglesi, tedeschi e anche africani. È a loro che pensa il ministro Antonio Marzano, recatosi a rendere omaggio alla memoria delle migliaia di vittime, i cui corpi sono stati pietosamente raccolti e custoditi nel sacrario italiano di El Alamein. Nel deporre le corone in ricordo di questi 4.600 ragazzi, per metà identificati e per l'altra «ignoti a noi uomini ma conosciuti a Dio», il titolare del dicastero delle Attività produttive ha infatti voluto anche sottolineare il contributo di questo sacrificio al superamento delle guerre in Europa. «Ho provato la profonda commozione di portare una corona ai soldati italiani e ai 250 militari libici che giacciono in un cimitero vicino ad El Alamein», ha detto il ministro, ricordando che «lì ci sono anche i cimiteri inglese e tedesco, che custodiscono le spoglie di altri ragazzi che hanno combattuto con lo stesso valore». «Noi - ha proseguito - siamo spesso critici con l'Europa ma, è in momenti come questi che si capisce quanto sia importante la costruzione di un Continente in pace». Uno dei risultati dell' Europa, infatti, è anche quello «di vedere uniti Paesi che 60 anni fa erano in guerra. Ora abbiamo un'Europa pacificata anche se non abbiamo un'Europa politica. Quando avremo anche un'Europa unita nella politica estera e nella difesa, il percorso sarà completato. Allora - ha aggiunto il ministro - mi piacerebbe che in quell' occasione si celebrassero i morti di El Alamein». Marzano, che nella visita è stato accompagnato dall' addetto militare all' ambasciata italiana, ammiraglio Luciani, e da rappresentanze di governo locali e dell' Esercito italiano, ha quindi apprezzato il lavoro svolto dai «militari italiani, molto impegnati nel conservare nelle migliori condizioni questo Sacrario».