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di GIANNI DI CAPUA «L'ITALIA è un Paese forte e laborioso.

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Il confronto ci deve essere, ma una conflittualità eccessiva reca danno a tutti. Non sono io solo a dirlo e non mi stanco di dirlo perché so di esprimere così il sentimento degli italiani». Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conclude così, con un nuovo appello al dialogo e alla concordia, la festa della Repubblica. Per il Capo dello Stato «oggi l'Unione Europea è una realtà, ma se non si coglierà questo attimo fuggente per farle fare un altro decisivo avanzamento sulla base degli "ideali di libertà" comuni di cui parlava già Luigi Einaudi, si farà un errore storico forse irreparabile». Con due appelli, dunque, si chiude la giornata dei mille colori degli italiani che servono la patria protagonisti per un giorno, sfilando a Roma davanti allo stesso Ciampin e alle massime autorità. Il governo era rappresnetato, tra gli altri, dal vicepremier Gianfranco Fini, ma celebrata anche dai ministri La Loggia, a Redipuglia (Gorizia), e Mazzella, ai caduti d'oltremare di Bari. Per circa due ore via dei Fori Imperiali è stata così il teatro di una lunga, variopinta e rumorosa successione di uomini (quasi 8.000), animali (circa 400) e mezzi (200): dalla divisa verde degli incursori della Marina militare, a quella grigia dei finanzieri, dai giubbotti di pelle scura dei carristi alla divisa verde con inserti gialli dei vigili del fuoco, dal nero con le strisce rosse dei carabinieri alla mimetica del Battaglione San Marco. E ancora, hanno sfilato le crocerossine in vestito bianco, la Legione straniera in beige, i Nocs in tuta e passamontagna nero. A fornire la colonna sonora alla mattinata, le tante fanfare dei vari corpi. Ha iniziato la banda dell'Esercito suonando e cantando l'inno nazionale prima dell'omaggio reso dal capo dello Stato al milite ignoto: forte anche la partecipazione del pubblico, cui era stato distribuito un cartoncino con i colori della bandiera italiana ed il testo dell'inno di Mameli prima dell'inizio della manifestazione. Caldi applausi anche per i bersaglieri. Hanno inoltre attraversato via dei Fori Imperiali circa 200 mezzi: motociclette, fuoristrada, carri armati, torri di controllo mobili, una batteria missilistica Spada. Parallelamente alla rassegna «di terra» ce ne è stata un'altra in cielo. In apertura e chiusura della sfilata, si sono esibite le Frecce tricolori che hanno lasciato una scia verde, bianca e rossa in cielo. A comandare la parata aerea, il colonnello dell'Aeronautica, Gianmarco Bellini, che nel 1991, durante la prima guerra del Golfo, rimase per 47 giorni prigioniero degli iracheni. E per gli appassionati delle uniformi del passato, i Granatieri di Sardegna hanno sfilato con le divise del 1848; la Marina militare con quelle del 1821; le uniformi del reggimento Guardie erano del 1659.

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