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Pecorella propone verifiche permanenti per i magistrati

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Gaetano Pecorella (FI). Però, prosegue, non va bene neppure «una carriera che sia costellata continuamente da esami»: una soluzione quindi potrebbe essere quella di «verifiche permanenti, per esempio anche sulle idoneità psico-attitudinali». Pecorella, ieri a Lecce per la giornata conclusiva della Conferenza nazionale Avvocatura/Magistratura,ha spiegato che «si dovrà trovare una soluzione che sia quella di verifiche, magari non esami, ma verifiche permanenti per esempio anche sulle idoneità psico-attitudinali; un aspetto, questo, molto sentito dal cittadino». Ha quindi sottolineato che «certamente al cittadino comune ciò che interessa di più è l'efficienza e la rapidità della giustizia: di questo ci si dovrà occupare al più presto, eliminando tutte quelle forme che ritardano inutilmente i processi, ma garantendo comunque in altro modo il cittadino, per esempio dando al pubblico ministero effettivamente il ruolo di parte e al giudice il carattere totale della imparzialità». Per i magistrati ieri nella città pugliese ha parlato il segretario generale dell'Anm, Carlo Fucci, il quale ha detto che invece della separazione delle carriere fra pm e giudici, bisogna «percorrere la strada delle distinzioni delle funzioni». «Se si separano le carriere, le soluzioni sono o di avere un Pm autoreferenziale - ha detto - o sottoposto al potere esecutivo, e nessuna di queste due soluzioni è giusta». Quindi, la via da seguire è una «accentuazione delle distinzioni delle funzioni». Ha inoltre sostenuto che «l'interscambio delle funzioni dev'essere ancora favorito, perché aiuta il Pm a ragionare secondo l'ottica del giudice, e ciò - ha affermato - garantisce sia l'imputato che la parte offesa». Silvano Berti, presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua), dal canto suo registra che «il confronto tra politica e magistratura resta molto duro» e denuncia che «se guardiamo ai dati di fatto, c'è una scarsa disponibilità della politica a venire incontro alle nostre esigenze». Il presidente dell'Oua sottolinea che «siamo a metà legislatura e c'è un ritardo tremendo nell'attuazione dello stesso programma di governo. Manca - prosegue - un coordinamento politico vero. Molto spesso gli stessi provvedimenti del governo hanno una difficoltà di lavorazione all'interno del Parlamento, o addirittura parlamentari prendono iniziative e poi il governo deve andare dietro». Secondo Berti, invece, «uno dei punti basilari del programma di governo era la riforma del processo civile, la riforma Vaccarella. Bene, è una riforma - dice ancora - che è bloccata in Parlamento, non se ne vede la luce, è dentro i cassetti del ministero ed è una cosa inammissibile, proprio perché riguarda una gran parte della collettività». Per il presidente del Consiglio nazionale forense, Remo Danovi, i magistrati onorari «non possono essere tenuti in servizio nell'ordinamento perché la legge lo vieta». Quanto ai problemi delle strutture e dell'efficienza, anche lui ribadisce che occorre un forte impegno del governo e del Parlamento per incrementare il numero dei magistrati e reclutare nuovi giudici. «Ci sono - sottolinea - ancora oggi milioni di processi in attesa, che dobbiamo cercare di portare a definizione».

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