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«Un'operazione ideologica dietro la dimenticanza»

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Tuttavia, in una nota dai toni concilianti, apprezza che sia stato riconosciuto ruolo e identità delle Chiese. Dopo quasi due giorni di riflessione la segreteria di Stato ha affidato a una dichiarazione del portavoce il commento sulla bozza del preambolo della futura Costituzione europea. La nota, spiazzando quanti erano consapevoli della delusione della Santa Sede per il testo proposto, esordisce con un «si è notato con soddisfazione» che l'articolo 51 della Convenzione «ha previsto un dialogo costante con le chiese e le comunità religiose, riconoscendone l'identità e il contributo specifico». Il Vaticano si dichiara quindi soddisfatto che le Chiese non siano state trattate alla stregua di una Ong o di un'associazione e che siano stati salvaguardati i diritti acquisiti attraverso i concordati nazionali. La delusione della Santa Sede viene invece espressa con quel «si è rilevata con sorpresa l'assenza di una menzione esplicita del Cristianesimo». E subito dopo la nota avanza la richiesta di integrare la bozza: «Si condivide l'opinione di quegli autorevoli membri della Convenzione che hanno già proposto l'inclusione di tale elemento nella successiva versione del preambolo, per rispetto della verità storica e per un migliore bilanciamento del testo». La dichiarazione ufficiale sceglie dunque la via diplomatica, diversamente da quanto ha fatto il «ministro degli Esteri» vaticano, Jean-Louis Tauran, che ha bollato come un'«operazione ideologica che rivela il prepotente tentativo di riscrivere la storia» la bozza proposta, che ignora il Cristianesimo, ma cita la cultura ellenica e il secolo dei Lumi. Ancora più esplicito è stato il cardinale Roberto Tucci, accusando gli estensori della bozza di mancanza di coraggio per non aver riconosciuto «l'enorme influsso che la cultura cristiana ha avuto sulla cultura europea». I toni concilianti della nota del portavoce dimostrano che per il Vaticano c'è ancora spazio per ottenere modifiche rilevanti al testo e che se una citazione esplicita era forse prematura nella bozza - che doveva tenere conto di numerose obiezioni del fronte laico - potrebbe non esserlo nella stesura definitiva della Costituzione. Da parte sua, il Sir, l'agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, sostiene che le prime reazioni ufficiali delle Chiese europee alla bozza di preambolo della Costituzione della Ue «non sono state eccessivamente dure».

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