Le Regioni soddisfatte solo a metà alzano la voce

Piace che sia stato riconosciuto al Comitato delle Regioni Ue il diritto di ricorrere alla Corte di giustizia nel caso di procedimenti lesivi del principio di sussidiarietà, una delle richieste più importanti avanzate finora. Ma piace anche l'inserimento nel trattato costituzionale del principio della coesione territoriale, oltre che sociale ed economica, che segna il diritto di tutti i territori ad avere pari dignità comprese le zone svantaggiate, a partire dalle isole. Così come è considerato un punto a favore delle realtà locali il riconoscimento delle diversità linguistiche o culturali. «Se pensiamo a quanto fosse scarsa la considerazione all'inizio del dibattito per i temi regionali, possiamo registrare consistenti passi in avanti. Una buona metà delle nostre proposte è stata recepita, anche se restano punti di rilievo sui quali lavorare» spiega Claudio Martini, presidente della Regione Toscana e tra i sei membri osservatori del Comitato delle Regioni nella Convenzione. Le Regioni insisteranno ancora perché al Comitato delle Regioni Ue sia riconosciuto il rango di istituzione europea al pari del Consiglio, del Parlamento o della Commissione. Altro punto su cui le Regioni cercheranno ancora di far sentire la loro voce è quello di un maggiore coinvolgimento politico nel processo di costruzione delle politiche europee. «Nel testo c'è una serie di riconoscimenti, ma ancora dal sapore troppo formale e burocratico», osserva il presidente toscano. Ma, passando dalle «conquiste» regionali al complessivo lavoro della Convenzione, Martini non esita a definirsi « molto insoddisfatto». A preoccupare il presidente della Regione Toscana sono soprattutto due «grossi rischi» che, a suo avviso, si stanno materializzando: da una parte il «prevalere della concezione intergovernativa su quella comunitaria», dall'altra il tentativo della «rinazionalizzazione di una serie di politiche». Per il presidente toscano, «troppi segnali vedono pendere la bilancia dalla parte dei governi». Completamente critica la reazione del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, «fortemente deluso» dalla bozza di Costituzione europea emersa dalla Convenzione: «Manca di respiro ideale» e «ignora la società civile e le sue forme di partecipazione, Comuni e Regioni». Il presidente lombardo ha annunciato subito un'iniziativa: il Club delle Regioni, fondato a Bellagio lo scorso anno su iniziativa della Regione Lombardia, si riunirà il 16 giugno a Goteborg, in Svezia, proprio per far sentire la propria voce e avanzare proposte di modifica della nuova Costituzione europea. L'incontro avverrà alcuni giorni prima della presentazione ufficiale della bozza della Carta Costituzionale ai governi, prevista per il 20 giugno, e avrà lo scopo di delineare una linea di azione comune a tutte le Regioni europee che risultano «gravemente sminuite» dal documento.