Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

ANCORA polemiche su Telekom Serbia, una vicenda che non ha finito ancora di far discutere, all'origine ...

default_image

  • a
  • a
  • a

Il procuratore di Torino, Maddalena, il cui ufficio è competente sul caso, ha chiesto in una lettera a Ciampi, a Casini, a Pera e al presidente della commissione parlamentare d'inchiesta che sta esaminando il caso, Enzo Trantino, di por termine alle «interferenze» che la commissione stessa coi suoi lavori crea nei confronti dell'operato della Procura e che, rileva fra l'altro Maddalena, incidono sulla correttezza dei rapporti fra l'organismo parlamentare e l'autorità giudiziaria. L'iniziativa non è piaciuta affatto al presidente della commissione, che dichiara: «Sono rimasto negativamente sorpreso dalla diffusione di questo documento, avendo improntato le regole della giurisdizione politica, perché il nostro un processo politico rimane, al massimo riserbo e soprattutto al dovere di lealtà con la magistratura ordinaria». «Mi aspettavo una tempistica più serena e non ad un certo momento, una contrapposizione polemica. Con ciò - aggiunge Trantino - non intendo riferirmi al contenuto della lettera, quanto alla diffusione della stessa, perchè qualunque contenuto affidato alla cautela del riserbo, se non addirittura alla blindatura, poteva ottenere un effetto diverso. Ovviamente così divulgato eccita contrapposizioni esasperate che diventano comprensibili e allora dico che nel caso di specie, noi abbiamo il dovere di rispondere alla lettera inviata dalla Procura della Repubblica di Torino, non avendo mai anticipato una sola parola e della lettera e di una risposta che potremmo dare. Dico soltanto che una bozza della risposta è approntata, ma insistendo nel rigore del riserbo non ne anticipo una sola parola anche perchè verrei meno al rispetto dei colleghi della commissione ai quali mercoledì prossimo sarà sottoposto il nostro documento di risposta. Mi auguro che la lealtà tra noi e qualunque organismo giudiziario non venga mai meno». Ancor più vivace la reazione dell'on. Carlo Taormina, ex sottosegretario all'Interno, secondo il quale è invece la Procura torinese che deve stare «al suo posto» e deve riflettere «sulle ragioni per le quali anni di sue indagini si sono tradotti in un nulla di fatto». In una nota, Taormina scrive: «L'interferenza della Procura di Torino nella inchiesta della commissione bicamerale è stata obiettiva, nel senso che dopo la visita in Svizzera espletata dalla stessa Commissione, la procura si è preoccupata di raccogliere le dichiarazioni di Igor Marini, rispetto al quale l'interrogatorio a beneficio della Commissione Bicamerale era stato solo sospeso per potervi attendere con la disponibilità della documentazione evocata dallo stesso Marini». «Non si permetta la procura di Torino di prodursi ora nella interferenza sulla mia funzione di parlamentare, in ordine alla quale ho già provveduto a chiedere tutela al Presidente della Camera, dal quale ho ottenuto equilibrata approvazione. Mi riservo - conclude Taormina - le azioni legali di pertinenza della iniziativa assunta e divulgata dalla procura di Torino».

Dai blog